Un sodalizio attraverso la cultura

Dapprima l’inaugurazione il 15 settembre 2021 alle 18.30 di una statua a Milano il , la prima ad un personaggio femminile realmente esistito, dedicata a Cristina Trivulzio di Belgiojoso forgiata da uno scultore bresciano Giuseppe Bergomi che, come recita il comunicato stampa del Comune italiano, sorge “in Piazza Belgioioso la prima statua della città dedicata ad una donna: rappresenta Cristina Trivulzio di Belgiojoso, eroina milanese del Risorgimento di cui ricorrono i 150 anni dalla morte.Opera dello scultore Giuseppe Bergomi, è stata realizzata sulla base della documentazione iconografica raccolta dalla Fondazione Brivio Sforza, che ha promosso il progetto.La posa della statua vuole essere solo il punto di partenza per una più ampia riflessione sui temi della parità di genere e contribuire alla creazione di una società più inclusiva e sostenibile”, pochi giorni fa, il 22 settembre 2021 a alle 10:30 da parte del Comune di Milano  si è  intitolata anche una piazza periferica con accesso da via PIzzolpasso angolo via Russolo, ad  un’altra donna: la fotografa (e attivista) Tina Modotti.

Donne e Milano. Interpreti femminili di cultura e di via artistica in periodo importanti della storia italiana. Donne e libertà, come la scritta “impastata” dietro la statua di Cristina Trivulzio, per celebrare ufficialmente che la storia deve essere declinata al femminile. Una nuova sensibilità storica cercata e voluta, in Italia (come testimonia anche  il congresso, intitolato “La storia di genere: percorsi, intrecci, prospettive”, che si è tenuto su Zoom dal 9 al 12 giugno 2021 dalla società italiane delle storiche). Non stupisce quindi la recente intitolazione della piazza,  che come recita il comunicato stampa “la richiesta al Comune di Milano di intitolare una piazza milanese a una delle più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso è partita da associazioni di categoria come La Casa delle Donne e soprattutto dalla proposta della esperta d’arte e fotografia Biba Giacchetti, curatrice della retrospettiva attualmente in corso al Mudec proprio sull’artista: “Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà”. L’intitolazione a Tina Modotti prosegue il percorso dell’Amministrazione comunale nella valorizzazione del contributo delle donne alla storia artistica, politica e sociale, e segue di pochi giorni l’inaugurazione del primo monumento pubblico dedicato a una donna, Cristina di Belgiojoso.“Con l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, che ringrazio, abbiamo condiviso la necessità di intitolare luoghi pubblici a figure femminili di rilievo. – commenta Biba Giacchetti”.

E non potevamo non pensare a Tina Modotti. La sua fotografia, legata indissolubilmente al suo impegno per i diritti civili, la grande importanza di questa donna come esempio di libertà e coerenza e il suo fascino come artista italiana fanno di Tina Modotti una figura eccezionale.” Concludendo, è proprio visitando la mostra di Tina Modotti presso il MUDEC- museo delle culture di Milano– che si acquisisce il senso di tutto questo fermento per le donne emancipate e moderne, di cui l’arte ha spesso mostrato i contorni, la bellezza e la certezza del loro impegno sociale: nella mostra del Mudec, la modella Tina Modotti della prima sala lascia il posto alla donna testimone degli eventi sino ad arrivare, nella terza e quarta sala, alla presentazione delle sue fotografie piu’ celebri sulle donne e sulla maternità in bianco e nero che, con una grande forza espressiva e vitale, pone al centro non solo il mondo della fotografia ma la donna in quanto tale. 

Solo mettendo la donna al centro, la sua centralita’ nella società diventerà davvero possibile. Una mostra che è anche una storia personale quella di Tina Modotti. Con una teca intera dedicata alle foto originali della famiglia conservate dalla sorella. Che rispecchiano quello che significa, in fondo, l’eredita’ di cui parla la frase scritta sul retro della scultura in Piazza Belgioioso, nel bronzo di Giuseppe Bergomi e che forse, proprio nella sua posa,diventerà una nuova icona, capace di ispirare future giovani milanesi, In fondo, lei , che forse era troppo moderna per i tempi, lo ritorna ora attraverso un bronzo che la rappresenta effettivamente con penna e calamaio ma in una posa pronta all’azione, quasi nell’atto di muoversi per dirigersi verso qualcuno. Con un abito semplice, è vero  e poco “alla moda” senza la ricercatezza dettagli, ma forse chissà, volutamente semplice in chiave moderna. 

In fondo. L’importante è testimoniare scelta e coerenza di una città, come Milano, in questi anni ha saputo offrire vera arte e vera cultura attraverso progetti concreti e che conclude quest’anno come l’anno dei “talenti delle donne” cui aveva dedicato tanta passione ed energia. Una città e le sue donne e le donne italiane, che cerca di rappresentare al meglio attraverso la cultura dell’esempio per le nuove generazioni con statue, piazze e mostre. Offrendo alla propria cittadinanza, grazie alla sensibilità dell’assessore Del Corno (che non si ricandiderà alle prossime comunali di ottobre ma che tornerà a fare il musicista e l’insegnante come lui stesso dichiarato) nuovi talenti e nuove pratiche. Ai posteri l’ardua sentenza.