Il 78% delle persone che finiscono in ospedale per il COVID ha più di 60 anni e la stragrande maggioranza di esse non è vaccinata. Nella fascia degli ultrasessantenni questa quota è attorno al 50%.

Ne consegue che, di fatto, le misure anti-COVID che come società ci stiamo imponendo servono a proteggere persone anziane che, per la gran parte, hanno liberamente scelto di non vaccinarsi.

Ho 25 anni e le mie due siringhe le ho ricevute, ma l’idea che da adesso molti miei coetanei si vedano esclusi da attività sportive, associazioni, ristoranti, bar e da tutta una serie di servizi e spazi pubblici mi fa stare male. È inaccettabile soprattutto perché queste persone si vedono private delle loro libertà per proteggere persone anziane che hanno coscientemente deciso di non proteggersi. Un’ingiustizia indegna di uno stato liberaldemocratico come dovrebbe essere il nostro. Una vergogna.

Si rischia di saturare gli ospedali? Meglio il triage che la situazione attuale. Coloro che scelgono di non vaccinarsi devono esser coerenti e accettare che, se si ammalano e gli ospedali sono pieni, rischieranno di non essere curati. Uno scenario orribile? Assolutamente. Ma altrettanto orribile è la situazione attuale, che vede oltre due milioni di individui ridotti a delle specie di “sub-cittadini” all’interno del loro stesso Paese perché, per una ragione o per l’altra, condivisibile o meno, hanno scelto di non vaccinarsi. Sono amici, parenti e conoscenti che quando gli altri entrano nel ristorante devono rimanere fuori, insieme ai cani.

Si tratta di una situazione estremamente ingiusta soprattutto nei confronti dei giovani, che di finire in ospedale per il COVID hanno una probabilità infinitesimale.

Leandro de Angelis

Leandro De Angelis