Da un lato abbiamo la condanna europea delle azioni della Russia in Ucraina; dall’altro la condanna delle ingerenze della Nato in Russia e la formazione di un Asse, con cui l’Occidente dovrà fare i conti.
La mozione ONU di condanna dell’aggressione ha avuto 141 voti, ma anche cinque no e 35 astensioni, tra questi ultimi figurano Cina, India, Pakistan (che assieme contano tre miliardi di abitanti). Grave il fatto che India e Pakistan, nemici giurati, siano uniti da uno scopo reciprocamente distruttivo: comprare armi made in Russia. Interessante il fatto che si siano astenuti anche gli Emirati Arabi Uniti, che probabilmente offriranno rifugio ai capitali degli oligarchi banditi da Londra e da Zurigo. Persino la Turchia di Erdogan, che pure membro della NATO, non ha aderito alle sanzioni economiche.
Da questo Asse emerge senz’altro, la totale assenza di lungimiranza di un’UE isterica, capace solo di sanzioni e non di dialogo: se, infatti, la Russia prevede già di fornire il gas a Oriente per compensare in futuro il blocco di Nord Stream 2, la Cina prevede di finanziare la Russia coi pagamenti interbancari (Cross Border Inter-Bank Payment System o Cips), aggirando le sanzioni internazionali.
La Cina, per esempio, schierandosi con Putin cerca di ritagliarsi un quadro d‘importanza nel nuovo mondo economico-finanziario disegnato dalle sanzioni occidentali contro Mosca, mirando soprattutto a superare il danno economico subito dalla guerra: la Cina infatti ha importanti interessi in Ucraina, essendo il principale partner commerciale dell’Europa Orientale, come i Balcani, mirando al potere economico, parzialmente già raggiunto, su Venezia e Trieste. La CIna approfitta di questa crisi per collaudare un ordine finanziario alternativo a quello Occidentale.
Il Presidente Xi sostiene che Putin sia stato accerchiato, d’altra parte la vicinanza con Putin era emersa anche quando i due firmarono un comunicato congiunto ai Giochi invernali un mese fa, condannando i «cinque consecutivi allargamenti della Nato», ed insistendo sulle «legittime richieste per la sicurezza russa».
Quanto emerge dalla guerra tra Ucraina e Russia è, inoltre, la totale incapacità di Biden di gestire le crisi internazionali: invadendo l’Ucraina, Putin ha scansato gli USA, rigettandoli verso l’UE, presentando a Biden una dottrina che il 46esimo Presidente stoltamente considerava ormai secondario. Putin mira, quindi, a stravolgere le priorità americane e Xi Jinping punterà a usufruirne.