Proseguono le settimane della politica vacillante del cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale non riesce a mantenere le promesse sulla fornitura di armi fatte all’Ucraina dall’inizio della guerra, malgrado il Bundestag abbia votato a stragrande maggioranza a favore della fornitura di armi pesanti.
I principali leader politici di tutto lo spettro politico tedesco, accusano il cancelliere di agire da freno alle consegne di armi.
Tutti i partiti hanno sostenuto questa decisione, incluso il partito socialdemocratico di Scholz, i partner di coalizione, i Verdi e i Liberali FDP, così come l’opposizione conservatrice, tranne l’estrema destra AFD e la sinistra radicale Die Linke, che sono le uniche parti politiche ad essersi opposte all’armamento dell’Ucraina. Eppure Scholz sembra ancora tentennare nonostante il grande consenso politico interno.
Dalla Germania ci sono state soltanto due spedizioni di armi da marzo ad oggi e il cancelliere Scholz si è finora rifiutato di fornire i carri armati antiaerei prodotti dalla Rheinmetall MAN Vehicles con sede a Monaco di Baviera, nonostante quest’ultima si sia dichiarata disposta e pronta a fornire l’Ucraina.
All’inizio di questo mese, Scholz ha anche ribadito che non visiterà Kiev a causa del rimprovero del presidente Zelensky fatto nei confronti del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, anche se suo rivale dello stesso partito socialdemocratico.
Steinmeier si era offerto ad aprile di incontrare Zelensky a Kiev mentre la Germania cercava di aiutare l’Ucraina a difendersi dall’invasione russa, ma il presidente ucraino ha fatto sapere di non gradire la sua visita in quanto Steinmeier era stato in precedenza ministro degli Esteri che aveva favorito stretti rapporti tra Berlino e Mosca. Una freddezza inappropriata secondo Scholz.
Steinmeier, che in passato ha accusato la NATO di provocare la Russia, ha sostenuto insieme ad altri leader tedeschi di sinistra e di destra il gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania. I socialdemocratici del cancelliere hanno tradizionalmente sostenuto l’impegno con Mosca e lo sviluppo di stretti legami economici. Il parere di alcuni politologi, è che i tedeschi sono troppo vicini al Cremlino.
A livello internazionale si afferra la percezione che la Germania non voglia armare l’Ucraina. Il presidente polacco Andrzej Duda, ha accusato Berlino di aver infranto la sua parola di sostituire i 200 carri armati dell’era sovietica donati, con i moderni Leopard promessi. “Se fossimo supportati dai nostri alleati tedeschi con i carri armati per sostituire quelli che abbiamo dato all’Ucraina, saremo molto grati. Abbiamo sentito che la Germania non è disposta a farlo”, ha dichiarato il presidente Duda.
L’ambasciatore dell’Ucraina in Germania, Andrij Melnyk, ha affermato che Scholz non ha fornito armi pesanti. “Militarmente, l’Ucraina viene semplicemente piantata in asso da Berlino”, ha dichiarato Melnyk in una intervista al quotidiano tedesco Bild, aggiungendo che il cancelliere tedesco “manca di leadership e coraggio” nella gestione della Germania alla guerra.
Le accuse sono state respinte dal governo tedesco, sostenendo che le consegne di armi pesanti non possono essere affrettate. Una risposta che riflette la politica titubante sul supporto militare. Un temporeggiare che ha origine nella storia stessa della Germania, un paese che si coordina troppo poco con i partner europei.