Distopico e coinvolgente, il biopic Elvis (2022) di Baz Luhrmann, biografia filmica del Re del Rock, spentosi a soli 42 anni nell’agosto del 1977, è un continuo flashback del colonnello Parker, il controverso agente del solista con più copie vendute al mondo, il quale, morente, cerca di difendersi dalle accuse di aver causato la morte della star.

Austin Butler (classe 1991) è convincente nell’interpretazione di Elvis, avendo ottenuto anche la “benedizione” della vedova Priscilla, la quale ha ammesso di aver provato una strana sensazione nel vedersi interpretata da Olivia De Jonge (classe 1998), che tuttavia le è piaciuta. Quest’ultima, non è somigliante a Priscilla, ma sa recitare la sua parte.

Il film della monumentale durata di due ore e quaranta, inizia in maniera onirica e confusionale, insiste eccessivamente sulla controversia dell’influenza della musica nera su quella di Elvis (pendendo dalla teoria – oggi discussa  – secondo cui Elvis prese ispirazione dalla musica afro), ma poi si avvia in un vortice che risucchia lo spettatore, nella tragica ascesa di una stella, bruciatasi troppo in fretta.

Meritevole, la scena in cui, ormai all’apice del successo, Elvis canta “Suspicious Minds”, mentre il colonnello Parker (che si scoprirà non essere nemmeno colonnello, bensì un apolide meschino che “tappa” le ali al “suo ragazzo”) firma contratti con altri agenti, per sottoporre la sua stella a quindici giorni consecutivi di tour americani.

Sospetti, quelli di Elvis e dei Fans, fondati sul “marcio” dietro lo splendore e scoperti quando ormai è troppo tardi per liberarsene.

Tra droghe per dormire e siringhe per stare sveglio, finisce così la storia di un ragazzo americano, che aveva salvato la famiglia dalla povertà, trovato l’amore durante il servizio militare, e riempito i cuori di milioni di ragazze statunitensi, dai sobborghi di Memphis alle sofisticatissime fan dell’International Hotel di Las Vegas (che in una scena del film Elvis bacia, sulla bocca, sotto gli occhi dell’impassibile Priscilla).

Con un incredibile (ed irriconoscibile) Tom Hanks nei panni del colonnello Parker, il film è una biografia presumibilmente fedele, in chiave sconvolgente e onirica.