Questo articolo, unilaterale nel concetto e particolarmente duro nel linguaggio, viene pubblicato tale e quale, senza alcuna “cosmesi”.

Le responsabilità degli Stati Uniti sono certo gravissime. Ma credere che gli USA abbiano creato* il radicalismo islamico, che grava sulle nostre teste con la sua minaccia mortale, è insensato. In ogni caso, viviamo giorni di totale smarrimento e di pura follia. I buonisti dementi vogliono dialogare con l’ISIS. È opportuno, tuttavia, che si allenino a dialogare senza testa, visto che probabilmente gliela taglieranno. (fdm)

* ciò che Soldati obiettivamente non scrive

ISIS 2Quel che vedo accadere nel mondo occidentale è di una stupidità tale da far raccapricciare (letteralmente: cedere a una violenta sensazione di orrore o di spavento) un mammut congelato nel permafrost siberiano.

13 novembre 2015, a Parigi nuova e ulteriore esplosione di stupidità totale e assoluta, unanime esecrazione, raccapriccio, sgomento in tutto il mondo, Cina compresa.

Nobilissimi, fieri e fermi discorsi dei capi di stato, quelli di Hollande e Vals in particolare. Come prima reazione 10 aviogetti francesi buttano 20 bombe ad alto potenziale su Raqqa, capitale dello Stato islamico (IS).

soldatiI presidenti di stato o dei consigli dei ministri dei G20 si sono riuniti a Antalya (Turchia), riammettendo tra le persone civili anche Putin, fino all’ultimo minuto esecrato come feroce dittatore intento a ristabilire l’impero degli zar e ancora oggetto di sanzioni tanto insensate quanto inefficaci.

Personaggio chiave della riunione proprio il responsabile primo, potrei dire unico, della crisi siriana, iniziata nel 2011 fomentando la ribellione spontanea di onesti e democratici cittadini, armati di soli forconi e nodosi bastoni, arcistufi della dittatura di Bashar al-Assad, quel truce e ignobile personaggio (stando agli americani e a quasi tutti i media europei a loro asserviti) che per vincere forconi e bastoni, non contento di avere carri armati, artiglieria e aerei a bizzeffe, avrebbe anche adoperato le armi chimiche. Il tutto nel quadro della nuova strategìa americana (in sostituzione di quella oramai obsoleta dell’esportazione di pace e democrazìa) del “leading from behind” (guidare da dietro le quinte).

Scopo delle discussioni dei 20 potentati quello di concordare l’attacco militare che dovrà annientare l’IS. Unico ostacolo sulla strada della vittoria definitiva, irreversibile, totale e assoluta, ancora lui, il povero Bashar al-Assad, che invece di comportarsi da innocuo cagnolino come hanno fatto finora tutti i grandi capi europei nei confronti della potenza egemone, si è rivelato un osso piuttosto duro. L’eliminazione, anche fisica se necessaria, del povero dittatore siriano sembra essere diventata lo scopo unico e primo della politica estera dei gaglioffi, ribaldi e delinquenti (autentici questi, non fasulli come le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein) che padroneggiano il mondo dal Pentagono e dalla Casa Nera.

Un pollaio, quello riunitosi in Turchia, di galli e galline vanitose (qui penso al Matteo Pataca), impegnati in un teatrino ripugnante e vomitevole. Fanno finta voler mettere il mondo al riparo da attacchi demenziali come quello del 13 novembre a Parigi, e per meglio fingere fingono di non sapere che la causa prima del terrorismo sta nei loro ranghi: non una volpe nel pollaio, ma una iena arrabbiata e sanguinaria, a nome USA. Un’altra iena, sotto le vesti dell’agnello, si annida nel pollaio: è la iena saudita, che finanzia cercando di non dar nell’occhio tutto il terrorismo sunnita e lo fa impunita da anni se non da decenni. Nell’insolito pollaio non manca la volpe, perfida, imprevedibile e impreteribile, pure lei sanguinaria quanto basta, si chiama Tayyp Erdogan. Massacra da decenni terroristi e inermi civili curdi, proibisce agli americani di far uso delle proprie basi aeree, sovvenziona e aiuta i terroristi sunniti, vuole instaurare nel suo paese un regime teocratico assoluto di cui sarebbe la guida designata dal divino volere.

Putin, messo a confronto con questi figuri, mi appare come un agnello (forse il termine è eccessivo, mettiamo che sia un capriolo perdutosi per caso nel pollaio di cui sto scrivendo). È solo, finora, ad aver fatto proposte sensate per la soluzione del problema del terrorismo dell’IS, facendole anche seguire da qualche atto concreto.

Hollande ha dichiarato lo stato di guerra all’IS, adesso pretende, richiamandosi ad un articolo del trattato di Lisbona, un aiuto militare da tutti gli stati dell’UE. Gli auguriamo “bien du plaisir” (De Gaulles). Il Matteo Pataca ha già proclamato che l’aiuto dell’Italia ci sarà, ragionato, perché l’IS non si può vincere con la sola forza, ma solo a patto che all’intervento militare si congiunga una forte azione educativa da esercitare almeno nei prossimi 20 anni. Un aiuto, quello dell’Italia, more solito forte e deciso, nel senso di un “avanti tutta, un poco indietro” o, se preferite, “armiamoci e partite”.

Intollerabile, in questo mondo dominato dall’ipocrisìa, dalla falsità, dalla cupidigia (in poche parole, probabilmente con più aderenza alla realtà, dall’industria degli armamenti, in primo rango da quella nordamericana, ma anche la Cina e di nuovo la Russia si stanno facendo avanti), intollerabile, dicevo, la pratica indifferenza con cui il mondo occidentale prende nota degli assassinii di decine o centinaia di migliaia di cristiani in paesi asiatici e africani a larga predominanza mussulmana. I criminali di Boko Haram vengono lasciati tranquilli e praticamente impuniti nonostante azioni di demenziale ferocia che non hanno niente da invidiare a quelle di Parigi (e di centinaia di altre località). 230 giovani studentesse cristiane rapite in Nigeria il 19.10.2013 sono scomparse nel nulla, vendute come schiave (date in moglie a mussulmani o avviate alla prostituzione, è zuppa e pan bagnato) e chi s’è visto s’è visto.

Gli USA, in un insolito slancio di magnanimità, l’altro giorno hanno liberato a Guantanamo 5 yemeniti, non possono venir rimpatriati perché i sauditi stan tentando di radere al suolo quel che resta della parte sotto controllo sciita del paese. I 5 sono ridotti a larve umane, bisognosi di cure psichiatriche (altrettanto pericolose dell’assenza di cure), dopo 14 anni di soggiorno a Guantanamo, senza uno straccio di accusa e meno ancora di processo. Nel campo di prigionìa restano 107 terroristi o presunti tali.

Certo l’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 è stato qualcosa di spaventoso, ma le misure di prevenzione (e di ritorsione) prese dagli americani lo sono ugualmente. E che non abbiano nulla a che fare con l’insorgere del terrorismo che stiamo subendo mi lascia in un atroce dubbio.

A proposito: l’uso dei droni, che ammazzano i loro bersagli umani senza badar troppo per il sottile (presenza di civili, bambini, donne, vegliardi nelle vicinanze del bersaglio), in base a quale legge o decreto della comunità mondiale viene giustificato? La volontà monopolistica di portare la pace e la democrazia nel mondo? E con quali risultati, dopo anni e decenni di aggressioni ingiustificabili?

Una domanda, semplice semplice: aveva ragione o torto Feltri quando faceva osservare che se è vero che non tutti i mussulmani sono terroristi è però anche vero che tutti i terroristi di cui parliamo sono mussulmani? Un tema sul quale dovremo ritornare.

Gianfranco Soldati