Saman sparì da Novellara la notte del 30 aprile 2021: per gli inquirenti sarebbe stata uccisa dai familiari, perché si rifiutava di sposare un cugino connazionale e voleva vivere “all’Occidentale”
Il padre di Saman, la ragazza, scomparsa la notte del 30 aprile 2021, accusato per la sparizione della figlia con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere, (secondo la procura di Reggio Emilia, Saman sarebbe stata uccisa dai familiari per essersi opposta ad un matrimonio combinato in patria), è stato intercettato telefonicamente mentre fa riferimento alla sua dignità specificando che per lui “la dignità degli altri non è più importante della mia”.
Nel corso di una conversazione telefonica con un parente nel giugno 2021 l’uomo dichiara: “io sono già morto, l’ho uccisa io, io l’ho uccisa per la mia dignità e il mio onore”.
L’uomo al telefono parlava con il familiare Shabbar Abbas, anche lui imputato, al quale, secondo quanto si legge nell’informativa di 80 pagine dei Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Emilia agli atti del processo, il padre della ragazza “avrebbe giurato che non ne avrebbe parlato con nessuno”.
In un altro passaggio della telefonata, il padre di Saman fa riferimento alla sua dignità e dichiara “per me la dignità degli altri non è più importante della mia”, poi ancora, riferendosi alla fuga in Pakistan e al figlio lasciato in Italia: “ho ucciso mia figlia e sono venuto, io non guardo nulla di nessuno”.
Andranno a processo sia il padre di Saman che Shabbar, oltre ad altri tre familiari di Saman arrestati nei mesi scorsi all’estero, in Francia e in Spagna: lo zio Danish Hasnain, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio, e i due cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.