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Attenzione! Questa intervista è stata pubblicata da Ticinolive il 28 ottobre 2011 (anniversario della marcia su Roma, che però non c’entra). Deve perciò essere vista nel particolare contesto di quei giorni. A nostro giudizio essa conserva a tutt’oggi un notevole interesse, non foss’altro che per un confronto. Alle “provocazioni” tutto sommato abbastanza maldestre del professor De Maria l’on. Abate risponde (comprensibilmente) “facendo muro” e non concedendo neppure un decimetro di terreno.

Un aneddoto divertente. Quando Abate fu sollecitato da Ticinolive per una prima intervista, egli accettò di buon grado e ricevette rapidamente le sue domande. Non vi sto a dire quale fu la sorpresa della redazione quando, non molto tempo dopo, arrivò via mail un testo confezionato alla perfezione… nel quale Abate rispondeva a domande completamente diverse da quelle che gli erano state inviate! Io (cortesemente) gli risposi che non l’avrei fatta pubblicare, in ogni caso non come intervista mia. L’inghippo poi si risolse con piena soddisfazione di entrambi.

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Abate 2Alle elezioni del 23 ottobre, nella corsa per il Consiglio degli Stati l’avvocato di Locarno Fabio Abate si è piazzato al secondo posto, con 38’438 voti. In questa nuova intervista di Francesco De Maria, Abate parla del ballottaggio del 20 novembre, delle differenze tra lui e l’ex compagno di partito Sergio Morisoli, della sua visione degli elettori ticinesi e di tanto altro ancora. Il tutto con il suo ben noto linguaggio, schietto e chiaro.

Francesco De Maria   Al PLR, in questi ultimi anni, è andato più o meno tutto storto. Se lei avesse la bacchetta magica tornerebbe al PLR che era, sostanzialmente o almeno apparentemente, liberale E radicale, con le sue due sin troppo famose “ali”?

Fabio Abate   A me non sembra proprio che sia andato tutto storto! Il risultato di domenica 23 ottobre dimostra che il partito ha tenuto. Per il resto, le ricordo che per volare occorrono due ali robuste e soprattutto una testa lucida al centro che determina la rotta…

Forse sono stato disattento e non ho teso le orecchie. Ma mi pare che negli ultimi tempi i radicali più scalmanati siano stati piuttosto zitti. Saranno meditabondi? Non si staranno accorgendo di aver combinato un terribile guaio? Beninteso, adesso… è troppo tardi.

FA   Alle federali hanno votato bene e forse non tutti gli osservatori hanno capito che alla fine contano i fatti, non le parole.

Se le dico che ci ritroviamo, dopo l’aprile, con un PLRT nettamente spostato a sinistra e con un PPD sensibilmente spostato a destra sotto la presidenza Jelmini, mi dà ragione o torto? E ancora: dove potranno trovar casa i Liberali?

FA   Io mi batto per continuare il mio lavoro come parlamentare federale. Sotto la cupola di Palazzo federale ho incontrato un centro che unisce le varie sensibilità. Ma non c’è la disinvoltura che caratterizza il Ticino nell’appioppare etichette. Se proprio devo rispondere, io voglio un PLRT capace di fornire risposte chiare e ragionevoli nell’interesse del paese. Poi, ci si sbizzarrisca pure a parlare di destra o sinistra. Intanto a Berna al Nazionale si è rafforzato il centro…

Parliamo del ballottaggio agli Stati, al quale chi le parla attribuisce un valore fondamentale. Vorrebbe essere il successore di Dick Marty*, tipico esponente della sinistra radicale più marcata. La Destra punta all’en plein ma le vie a questo colpo gobbo non sono centomila. Teme un possibile ticket Lombardi/Morisoli? È disposto ad affidare le sue fortune a un contro-ticket Abate/Cavalli?

(*) Per tornare ai giorni nostri: ho avuto il piacere di incontrare il “vecchio Dick” (non che io sia giovane) venerdì sera, in occasione conviviale. Abbiamo conversato amabilmente, ricordando anni lontani.

FA   L’ho detto e ripetuto sino alla noia. Si vede che lei era concentrato nello studio delle domande bastrucche da sottoporre all’Abate. I tickets si acquistano per i concerti e le partite di calcio. Io viaggio con le mie gambe, convinto delle mie idee e dei miei progetti a favore del Ticino. I ticinesi votano con la loro testa e non vogliono essere pilotati da ordini preconfezionati. Lombardi non ha bisogno di accordi. E’ uscente e a Berna ci arriva da solo. Io sono sulla buona strada.

Pelli mi ha detto molto chiaramente che lei sarà eletto. Quanto grave potrebbe essere per il PLR la perdita del consigliere agli Stati?

FA   Non ci penso, perché le forze devono essere concentrate in un’unica direzione. Non si sprecano altrove.

Se diamo la corazzata Lombardi come sicura, i suoi avversari sono Sergio Morisoli e il dottor Cavalli. Parliamo del primo. Ha tradito il suo partito? I suoi elettori? Le sue idee?

FA   Alla RSI ho detto che è libero di fare quello che meglio crede. Io rispetto ogni avversario. Alla fine decide la gente che vota.

Si metta nei panni di Morisoli. Come si muoverebbe in queste settimane decisive per cercare di spuntarla? Andrebbe a parlare al presidente Jelmini?

FA   Forse hanno già parlato… Ma poco importa. Come faccio a mettermi nei panni di Morisoli ? E’ un esercizio impossibile per me. Siamo troppo diversi. Io molto lineare e categorico. Lui un po’ più fantasioso ed elastico. No, non ci riesco.

In una recentissima intervista Michele Moor, alla domanda “Il partito liberale-radicale potrà recuperare l’antico assetto equilibrato e vincente, che gli consentì di guidare con forza il Paese per molti decenni, oppure la mutazione è da considerarsi irreversibile?” risponde un po’ bruscamente “No, il suo declino, come probabilmente quello del PDC e del PS, è irreversibile”. Immagino non condivida questo duro giudizio.

FA   Mi sembra un po’ superficiale. Un giudizio fors’anche un po’ supponente. Ma in parte veritiero. Zurigo e Vaud sono due cantoni che hanno sempre prodotto figure eccezionali per il mio partito e per il Nostro Paese. Da qualche anno non è più così, poiché un condizionamento inammissibile proveniente dall’ondata UDC non ha più consentito di produrre personaggi liberal-progressisti con le palle. Ossia gente che guarda al futuro del Paese senza pensare di costruirsi un monumento nel presente. Ritrovare gente di questa stoffa, da cui anch’îo avrei molto da imparare è un obiettivo irrinunciabile.

Le farò una confessione, onorevole Abate. Sono un uomo di Destra. Rivolgiamo insieme un pensiero a tutti gli elettori di destra che il suo partito ha perso in questi ultimi anni. Uno sono io. Ma ne conosco tanti altri, forse troppi.

FA   Io non credo che lei è un uomo di destra. Non lo confesserebbe così timidamente, ma lo direbbe con decisione. Chi si esprime come lei è un liberale alla ricerca di valori e punti di riferimento. Solamente dopo, magari, arrivano le definizioni e le etichette d’area… Sicuramente lei fa molto bene il suo lavoro ! Ma non ci casco…

Il presidente Fulvio Pelli ha avuto un 2011 angosciante e ha subito attacchi violenti, praticamente da ogni lato. Si è “salvato” per miracolo e secondo me le virgolette ci vogliono tutte. Qual è il futuro politico di Pelli?

FA   Quello da lui medesimo preannunciato. Lasciare la carica di presidente nella primavera del 2012 e poi, presumo a data da stabilire durante la legislatura, un saluto alla politica nazionale.

Dal 1992 fatale l’avanzata dell’UDC, che era agraria e si faceva man mano blocheriana, è stata irresistibile. In questo 2011 subisce, per la prima volta, una battuta d’arresto. Descriva questa UDC aggressiva, detestata e vincente, vista “da fuori”, con gli occhi di un perfetto liberale-radicale. Come le appare il mostro?

FA   Vedo un problema generazionale a Zurigo con un leader carismatico che manovra ancora il partito. La crescita del PDB è la risposta organizzata a questa ondata che inizia a soffrire del suo successo. I temi sono sempre i soliti ed in Parlamento un gruppo così grande è difficile da gestire. La disciplina non è l’unico fattore di successo. Ci vuole anche fantasia. Vediamo cosa accadrà nella legislatura entrante. Forse, anche l’opposizione stanca…

Ci dica due ragioni (se le trova!) per le quali il politico Christoph Blocher possa essere stimato da un suo avversario.

FA   Intelligenza. Mi basta questa.

Secondo un consolidato luogo comune il nostro Parlamento (le due Camere) non sarebbe che un’assemblea di lobbisti. I deputati che rappresentano il “popolo”, si mormora, sono davvero pochi. C’è del vero oppure è una leggenda metropolitana?

FA   No, in parte è vero. Oggi il parlamento di milizia è in difficoltà e l’indipendenza dei singoli parlamentari in pericolo. Casse malati, ma anche sindacati e mondo agricolo sono ben rappresentati. Non dobbiamo demonizzare tutti i lobbisti. Spesso siamo confrontati a persone con competenze specifiche che diventano preziose nei lavori di preparazione e nelle discussioni in commissione. Il problema sta nell’equilibrio perduto tra mandato di rappresentanza istituzionale e tutela di interessi particolari.

Indaghiamo l’Abate-pensiero. Citi i tre temi politici per lei più fondamentali e i tre temi più nulli, pretestuosi, demagogici, eccetera.

FA   I primi tre che mi vengono in mente: futuro piazza finanziaria, finanziamento infrastrutture di trasporto e premi cassa malati. Quelli inutili ? Quelli che ledono i diritti fondamentali; adesione all’UE (poiché nessuno l’ha chiesta e non è nell’agenda politica della Svizzera).

Sarebbe disposto a salire su un podio, oggi, per perorare l’adesione della Svizzera all’Unione europea? Il suo partito sarebbe disposto a farlo?

FA   No e ho già risposto alla domanda precedente. Aggiungo che la grande sfida del futuro sarà preservare i bilaterali quale alternativa all’adesione.

L’intervista è finita. Ora faccia lei una domanda a me!

FA   Lei per chi voterà al ballottaggio?

Per il ticket Lombardi-Morisoli***, e la prego di perdonarmi.

*** E così feci, ma in verità ignoro… se tale “ticket” esistesse!