Come era facilmente prevedibile, l’astensionismo alle recenti elezioni cantonali ticinesi ha raggiunto un nuovo record negativo, ed è facile prevedere che questo “trend” proseguirà anche in futuro. Ripetendo un noioso rituale, giornalisti e politici hanno versato lacrime per questo crescente disinteresse dei cittadini alla politica. Ma sono lacrime di coccodrillo, perché è inutile deprecare questa situazione, quando nulla di concreto è stato fatto per cercare delle soluzioni. A mia conoscenza l’unica proposta concreta fatta negli ultimi 15 anni per cercare di arginare l’astensionismo era stata la petizione che il sottoscritto , prendendo spunto dalle regole in vigore nel Canton Sciaffusa, aveva presentato il 26 maggio 2014 al Gran Consiglio, il quale nel 2015  aveva deciso di archiviarla senza entrare nel merito (vedi documenti allegati). E allora chi è causa del suo mal, pianga sé stesso…

Mi si dirà che anche l’introduzione del voto per corrispondenza era stata fatta proprio nell’intento di facilitare la partecipazione al voto. Purtroppo non è stato così. “ La busta da spedire da casa riduce l’importanza del voto come rito collettivo – ha rilevato il politologo Oscar Mazzoleni sul CdT di ieri – all’inizio si pensava che il voto per corrispondenza fosse una panacea per la partecipazione. Oggi con il senno di poi di può dire che questo auspicio non si è avverato” . E anche l’eventuale introduzione del voto elettronico, secondo Mazzoleni, non migliorerà le cose, perché “utilizzerà questo strumento chi già ora va a votare. Sarà un’operazione più semplice, ma non aumenterà necessariamente la partecipazione a medio e lungo termine”.

Di certo, e parlo per esperienza personale avendo lanciato una dozzina di iniziative popolari a livello cantonale e comunale, il voto per corrispondenza ha contribuito a rendere tremendamente più complicato e costoso l’esercizio dei diritti popolari. Difatti prima del voto per corrispondenza era possibile, con una buona organizzazione, raccogliere 5’000-7’000 firme davanti ai seggi dei principali Comuni del Cantone nello spazio di un week end in occasione di votazioni e elezioni, ed era facile trovare dei volontari che si mettessero a disposizione per poche ore durante l’apertura dei seggi. . Ora invece queste firme vanno raccolte faticosamente nelle piazze, dedicando centinaia di ore di lavoro alla raccolta sull’arco di tre mesi, e impiegando necessariamente del personale a pagamento.

Giorgio Ghiringhelli