È un periodo delicato a Gerusalemme quello delle festività religiose che si sovrappongono tra ebrei e musulmani.

Giovedì pomeriggio è avvenuto il più grande lancio di missili dal territorio libanese nel nord di Israele dalla guerra del 2006. La maggior parte sono stati intercettati, ma ci sono stati alcuni feriti e incendi. L’esercito israeliano ha incolpato il gruppo militante palestinese Hamas, che sostiene tutte le misure prese dai palestinesi per difendere la moschea al-Aqsa, la più grande di Gerusalemme in grado di ospitare 5 mila fedeli.

La moschea con la cupola dorata fa parte di un sacro complesso di edifici religiosi chiamato dai musulmani Monte Majid o al-Haram al-Sharif, dagli ebrei Har ha-Bayit e Tempio di Salomone dai cristiani.

I cristiani credono che Gesù trascorse sul Monte degli Ulivi gli ultimi giorni della sua vita, mentre secondo la Bibbia ebraica il monte è dove inizierà la risurrezione e sia nel cristianesimo che nell’islam, è venerato come il luogo dove Gesù ascese al cielo. Da millenni è meta di pellegrinaggio per tutte le fedi.

Formalmente è un territorio amministrato dalla Cisgiordania, ma nei fatti obiettivo dell’occupazione israeliana. In sostanza un nervo scoperto conteso che spesso è al centro di disordini che possono incendiare l’intera regione.

“Per quanto riguarda l’aggressione contro di noi da altri fronti, colpiremo i nostri nemici e pagheranno un prezzo per ogni atto di aggressione”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Netanyahu, aggiungendo che “presumiamo che il Libano abbia qualche responsabilità”.

Il primo ministro ad interim libanese ha dichiarato di rifiutare qualsiasi escalation nel suo Paese.

In rappresaglia per gli attacchi missilistici, gli aerei da combattimento israeliani hanno colpito alcune infrastrutture terroristiche nel sud del Libano, tra cui tunnel sotterranei e siti di produzione di armi di Hamas, il gruppo islamista che controlla la fascia meridionale bloccata. Anche una pioggia di razzi è partita da Israele e diretti verso la regione di Tiro.

In un comunicato, Hamas ha fatto sapere di “ritenere l’occupazione sionista pienamente responsabile della grave escalation e della flagrante aggressione contro la Striscia di Gaza e delle conseguenze che porterà nella regione”.

Gli echi risuonano al 2021 quando gli scontri nella zona di al-Aqsa durante il Ramadan hanno contribuito a dare inizio ad una guerra tra Israele e Hamas che durò undici giorni.

L’attacco di giovedì è avvenuto mentre il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, era in visita in Libano, ma gli esperti di sicurezza hanno affermato che sono stati quelli di Hezbollah, il potente gruppo paramilitare islamista sciita antisionista sostenuto dall’Iran, a dare il permesso di lanciare i missili contro Israele. Tutti i gruppi palestinesi che operano nel sud del Libano, nessuno fa qualcosa all’insaputa di Hezbollah.

La sicurezza in Israele è stata rafforzata a livello nazionale da quando i parlamentari della coalizione di maggioranza hanno sollecitato una forte risposta all’attacco terroristico, e hanno esortano il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a condannare il Libano.

L’ambasciatore israeliano all’ONU, Gilad Erdan, ha scritto una lettera al segretario generale Antonio Guterres, per dire che “lo Stato di Israele chiede al Consiglio di sicurezza di condannare, con la massima fermezza, gli attacchi missilistici contro israeliani innocenti e di condannare il ruolo incendiario che le organizzazioni terroristiche, come Hamas, svolgono nel provocare disordini, incitare alla violenza e istigare il terrore”

Il marcato aumento della violenza durante il mese sacro musulmano del Ramadan, il mese del digiuno, e l’inizio della festa della Pasqua ebraica arriva dopo un anno di crescente spargimento di sangue nel conflitto tra Israele e Palestina. Il movimento dei coloni israeliani sta rendendo la vita più difficile ai palestinesi di Gerusalemme e sta cancellando il carattere cristiano della città.

Il Monte degli Ulivi è l’ultimo pezzo di Gerusalemme est occupata che rimane fuori dalla portata del movimento dei coloni, che sta lavorando attivamente per rendere la città più ebraica.

Le preghiere e le tensioni di questa settimana però, rischiano di andare fuori controllo.