Opporsi al destino, negare o rivelare, confessare o tacere, accusare o svelare, il romanzo di Thomas Hardy – autore del più famoso “Via dalla pazza folla”, che vi proponiamo oggi, indaga i limiti e le sregolatezze della psiche umana.

È meglio sapere o non sapere? “La verità ti farà rinascere e, al contempo, ti distruggerà” dice l’indovino Tiresia a Edipo Re, prima che questi scopra gli orribili crimini commessi.

Il Sindaco di Casterbridge di Thomas Hardy è un dramma in prosa, incentrato sugli sbagli umani. Come nel mito di Edipo, il romanzo si apre con un intersecarsi di strade, l’andare e il venire.

(fotogramma tratto dallo sceneggiato della BBC)

Michael Henchard, contadino povero e squattrinato, giunge a Weydon-Priors con la giovane moglie Susan e la loro bambina, Elizabeth-Jane, in cerca di lavoro. Tra la birra e la farinata, su consiglio dell’ingenua moglie, i due scelgono il pasto analcolico, ma la venditrice, concordato con loro il contrabbando, versa del rum nel pasto. Henchard si ubriaca e decide di vendere la moglie, con la quale è già ai ferri corti, al migliore offerente. Dopo molte sbigottite reticenze, un marinaio accetta e la compra. Susan inizia così una nuova vita, sempre fatta di stenti e fatiche, sino a quando il secondo marito Newson sparisce in mare. Ritorna allora, diciott’anni dopo, alla ricerca del marito, senza mai rivelare la verità alla figlia, nel frattempo divenuta un’attraente giovane donna. Guidate dalla stessa donna che versò loro il rum (ora una vecchia megera), le due giungono a Casterbridge, dove Henchard, pentito, ha fatto carriera divenendo addirittura sindaco. La prima parte del romanzo giunge, così, ad una riconciliazione, poiché Susan ed Henchard si ritrovano e si (ri)sposano, nonostante la giovane Elizabeth-Jane creda di essere figlia di Newson. Nel frattempo Elizabeth s’innamora ricambiata di Farfae, un giovane scozzese che Henchard ha assunto come amministratore.

La seconda parte del romanzo vira invece verso la tragedia classica, con il tema dell’opposizione al destino. Contrariamente a Susan, Henchard si oppone alla relazione tra Elizabeth-Jane e Farfae, proibendole di incontrarlo.

Il romanzo procede in un continuo disvelarsi di saperi e non saperi, e su più piani personali. Veniamo così a sapere che Henchard in passato ha sedotto un’altra donna, la giovane Lucetta, compromettendola e che, ora, in presenza della moglie ritrovata, non può sposare. Quando però la povera Susan, malata, muore, per Lucetta pare aprirsi una speranza.

La stessa sera della morte della moglie, Henchard rivela a Elizabeth-Jane di essere il suo vero padre. Quindi, dando prova della sua assenza di sensibilità, apre la lettera che la defunta Susan aveva chiesto di aprire soltanto dopo il matrimonio della figlia: in essa vi è scritto che Elizabeth non è la vera figlia di Henchard, poiché quella bambina che era presente all’antico litigio tra i due, morì poco dopo e, quindi, Elizabeth-Jane (che Susan ha chiamato con lo stesso nome) è veramente figlia di Newson, il marinaio.

Da un momento all’altro, Henchard passa con il dichiarare di essere padre e scoprire di non esserlo. Geloso dello scozzese Farfae che, nel frattempo, gli sta per rubare la scena in termini di popolarità ed è divenuto sindaco, Henchard spera, almeno, di poter sposare Lucetta, la sua antica fiamma.

Costei, però, s’innamora di Farfae e lo sposa, portandolo via alla povera Elizabeth-Jane. Geloso del proprio amministratore che gli ha portato via la donna, Henchard minaccia Lucetta di rendere pubblica la loro passata relazione, salvo poi pentirsene e decidere di riappacificarsi con Lucetta, resituendole le lettere da lei un tempo scritte. Egli però consegna le lettere compromettenti ad un suo manovale anziché alla diretta interessata, ed il manovale le rende pubbliche.

Svergognata, Lucetta muore di dolore. Abbandonato da tutti, e caduto in miseria, Henchard viene sostenuto soltanto dalla figliastra Elizabeth-Jane, e si attacca a quest’ultima, come Edipo ad Antigone. Ma ecco, ad un certo punto, ritornare Newson, che non è mai morto in mare, ma che vuole riprendersi la figlia. A lui Henchard mente, sostenendo che Elizabeth sia morta, per aggrapparsi, con pena, all’unico affetto rimastogli.

Farfae, vedovo, può finalmente sposare Elizabeth, ma Henchard, che non può sopportare questo matrimonio (Farfae rappresenta per lui tutto ciò che ha perduto – l’amore, la notorietà, l’affetto), decide di lasciare Casterbridge. Solo allora Elizabeth viene a conoscenza di essere davvero figlia di Newson e vede in Henchard niente più che un usurpatore del suo titolo paterno. E, quando Henchard torna per vederla al matrimonio, regalandole un cardellino in gabbia, costei non lo accoglie. Troppo tardi la giovane sposa si pente, e troppo tardi torna a cercare il patrigno: Henchard è morto di dolore ed il cardellino, dimenticato, è morto in gabbia.