“Buongiorno Italia, buongiorno Maria, con gli occhi pieni di malinconia” cantava Toto Cotugno. Era il 1986 e da tre anni il cantante era in vetta alle classifiche per il suo “L’Italiano”. Le sue parole, riferite anche a Sandro Pertini, partigiano e presidente della Repubblica, sono nel cuore di tutti noi. “Amo l’Italia e gli spaghetti al dente | un partigiano come presidente…”
Come scrive il quotidiano Oggi, “il nostro Paese, caso unico nel globo, può contare su tre inni nazionali: oltre a quello ufficiale, scritto da Goffredo Mameli c’è Nel blu dipinto di Blu per i paesi anglosassoni, e la canzone di Toto Cotugno per tutto l’Est Europa, dove era amatissimo”.
Ed infatti Toto volle esibirsi nel non lontano 2013 con la banda simbolo di Mosca, distrutta pochi anni dopo da un incidente aereo nel Mar Nero.

Poi, nel 2019, l’Ucraina aveva provato ad escluderlo: un gruppo di deputati ucraini con una lettera aveva chiesto di precludere per presunte posizioni filorusse l’ingresso all’artista, che aveva un concerto a Kiev sold out da tempo. Lui replicò di essere “sorpreso e preoccupato”, nonché “deluso e arrabbiato” dichiarandosi distante dalle problematiche ucraine. Il concerto, di fatto, si fece e fu un successo. Oggi, Russia e Ucraina esprimono il loro cordoglio per la scomparsa dell’artista.
Nelle sue 15 partecipazioni da solista o in gruppo nell’Olimpo della musica italiana – era salito la prima volta con il suo gruppo, gli Albatros, con ‘Volo AZ 504’ – aveva però vinto solo nel 1980 con ‘Solo noi’, divenendo in breve uno dei 5 artisti a detenere il record di partecipazioni all’Ariston, primato condiviso con Al Bano, Peppino di Capri, Milva e Anna Oxa.
Con oltre 100 milioni di copie vendute, artista tra i maggiori, vinse nel 1990 l’Eurovision Song Contest, con Insieme: 1992, divenendo il secondo dopo Gigliola Cinquetti che aveva vinto nel 1964.
Nato nei pressi di Fosdinovo il 7 luglio 1943, cresciuto a La Spezia, fin da giovanissimo suonò batteria e fisarmonica (perché non poteva permettersi un piano), poi nel 1965 formò un primo gruppo “Toto e i Tati” e nel ‘70 partecipò alla competizione Un disco per l’estate. Quindi fondò gli Albatros, coi quali nel ‘76 partecipò per la prima volta a Sanremo. Da questo momento inizierà il suo successo: Donna mia diventerà la sigla per un programma di Mike Bongiorno, e il suo Voglio l’anima diventerà una hit internazionale. Negli anni ‘80 il trionfo a Sanremo, ma anche il Festival di Tokyo e Festivalbar, la collaborazione con il paroliere Vito Pallavicini, il successo con L’Italiano. Quindi conduzioni di programmi, altri successi, sino alla vittoria, negli anni ‘90, dell’Eurovision, la collaborazione con Raffaella Carrà, e ancora le partecipazioni al Festival di Sanremo negli anni 2000 e 2010. Nel 2019 diventa giudice della trasmissione Ora o mai più.
Cutugno si è spento il 22 agosto, introno alle 16, all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato. Da tempo (dal 2007) Cutugno combatteva contro un male e negli ultimi mesi le sue condizioni cliniche si erano aggravate. Resta di lui un successo immenso, che travalica i confini d