Il Dipartimento educazione cultura e sport (DECS) riferisce che “tocca ai comuni decidere”
in merito al diario scolastico recentemente pubblicato. La tematica di genere sembra essere
assurta a tema dominante di questa tarda estate. Il PLR ha chiesto un incontro con la
Consigliere di Stato sulla delicata tematica dell’identità di genere, e l’impostazione teorica
e scientifica che il DECS intende seguire. Correttamente affermo, poiché le competenze
didattiche nella nostra scuola sono esclusivamente di competenza del DECS e non dei
municipi. Non si capisce quindi come possa un municipio decidere sul tema. Semmai è un
tema che la direzione scolastica, il consiglio di direzione, e i docenti devono affrontare con
i genitori degli allievi. L’identità di genere nell’agenda scolastica cantonale presuppone
quindi approfondimenti in ambito scolastico, in caso contrario si rischia di bagatellizzare il
tutto. Certamente il discorso di accettazione della propria persona e della diversità è un tema
importante. Fino a che punto lo sia a livello elementare in questi termini è ancor tutto da
dimostrare. Gli antichi parlavano di …”cum grano salis”, e a me non sembra siano stati
avviati approfondimenti tali da affrontare queste tematiche con saggezza e profondità. Per
affrontare queste realtà è invece più che opportuno coinvolgere tutti gli attori nella scuola e
non ridurre il tema ai minimi termini di un diario scolastico o di due sue vignette. Parlare di
un terzo sesso, che per alcuni è divenuto tanto di moda, impone scentificità e non
superficialità. I docenti sono preparati? I genitori lo sono? Ogni individuo deve poter
scegliere il proprio orientamento sessuale e la sua scelta va rispettata, ma il tema va
constestualizzato nei programmi scolastici e adattato all’età degli allievi.

Nella nostra società vi sono minoranze che affrontano questo tema o sono in procinto di
farlo. Hanno tutto il mio rispetto ma nel contempo vi è anche una maggioranza che va pure
rispettata. Alcuni genitori e famiglie non sono preparati, altri non sono per nulla d’accordo
con queste scelte ma devono subirle: a me non sembra giusto. La scuola non deve né può
sostituirsi al ruolo dei genitori. Chi sostiene questi temi ritiene che parlare di accettazione
della propria persona e della diversità sia un tema che tocca soprattutto i più giovani che
possono vivere questa situazione in un momento di estrema vulnerabilità, che non
conscono, e che potrebbero interpretare come una cosa sbagliata. Ma cos’è giusto o
sbagliato? Lo definisce un diario scolastico? Far sensibilizzazione nei minimi termini, con
un diario, non mi è mai piaciuto. La formazione di un giovane è troppo importante per farla
pendere sul giusto o sbagliato di un sostenitore di questi temi. La formazione è fatta di
impegno, costanza, approfondimento e dialogo, non di slogan gridati. Giustamente,
conclude il comunicato stampa del PLR, è quindi fondamentale assicurare la massima
serietà e scientificità nell’approcciarsi ai temi, in particolare quando parliamo di argomenti
che concernono lo sviluppo intimo di una persona. La nostra scuola, la nostra rete sociale,
la nostra società è sempre riuscita ad affrontare temi anche difficili con serietà. Il dialogo è
sempre stato un valore, il mio augurio è che lo sarà anche in futuro.

Felice Dafond, Sindaco di Minusio e candidato al Consiglio Nazionale