
Una terribile tragedia quella che si è consumata nei pressi di Torino, a Brandizzo, nella notte tra mercoledì e giovedì. Cinque operai che stavano lavorando sui binari per conto dell’azienda Sigifer sono stati travolti e uccisi da un treno. Dietro ai motivi che hanno portato alla tragica morte dei cinque ci sarebbe un difetto di comunicazione, sembrerebbe che il macchinista del treno non sarebbe stato avvertito della presenza di persone sui binari. L’inchiesta è stata aperta per disastro colposo e omicidio plurimo contro ignoti. Le vittime erano tutti uomini e avevano 22, 34, 43, 49 e 52 anni. Due loro colleghi sono riusciti a mettersi in salvo in tempo e sono stati trasportati all’ospedale di Chivasso in stato di shock.
Una parente della vittima più giovane ha dichiarato a La Repubblica: “Non si può morire così. Non aveva paura di niente Kevin, lavorava di giorno e di notte. Da due anni aveva trovato questo lavoro. L’ultima volta che l’ho visto era ieri poi è uscito come sempre per lavorare. Non ho mai pensato che fosse un lavoro pericoloso, in teoria non lo è, quando fai manutenzione e non c’e nessuno sui binari. Io gli dicevo comunque di stare attento ma sono cose che si dicono”.
Le indagini sono ancora nella loro fase iniziale ma per ora è stato reso noto che il macchinista non sapeva della presenza degli operai. Era alla guida di un treno passeggeri vuoto che viaggiava a 160 chilometri orari. A coordinare le indagini c’è la pubblico ministero di Ivrea Giulia Nicodemi. Occorrerà chiarire perché il treno circolasse a quella velocità e su questo punto le Ferrovie dello Stato hanno dichiarato che “le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h. La questione è altra: i lavori – secondo procedura – sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno”.
Quelle di Brandizzo sono ennesime morte sul lavoro avvenute in Italia: secondo i dati ufficiali, nella vicina penisola ci sonno circa 1000 morti sul lavoro ogni anno.