Moriva oggi l’ultimo eroe della Vandea
UN GIOVANE TALENTO – Henri du Vergier, conte de La Rochejaquelein era nato il 30 agosto 1772 a Château de la Durbellière, vicino a Châtillon-sur-Sèvre. Dopo aver frequentato la scuola militare di Sorèze, giovanissimo, era divenuto ufficiale della guardia costituzionale del re Luigi XVI.
Allo scoppio della Rivoluzione Francese Henri aveva sedici anni: decise di non seguire la famiglia in fuga dalla Francia ma di difendere il palazzo delle Tuileries. Il 10 agosto 1792, il palazzo venne devastato, i reali dapprima imprigionati, poi ghigliottinati.
Iniziava la guerra civile francese, meglio nota con il nome di Guerre di Vandea, tra gli abitanti della regione del nord ovest, la Vandea, appunto, fedeli alla corona e a Re Luigi XVII (il piccolo delfino che, nel frattempo, languiva in prigione, affidato ad un macellaio) e i Repubblicani, chiamati anche “culi blu” per le braghe da loro indossate, fedeli al nuovo regime.
Henri ricevette la chiamata alle armi per la leva obbligatoria introdotta dalla neonata Repubblica, ma, fedele ai suoi principi monarchici e aristocratici, disertò e per unirsi all’amico e cugino Louis Marie de Lescure che nel Poitou, la sua regione, stava radunando i ribelli realisti che non volevano piegarsi al regime del Terrore.
Il 13 marzo 1793 scoppiarono le Guerre di Vandea, ed Henri, appena ventenne, alla testa di qualche migliaio di contadini vandeani ottenne la sua prima vittoria sull’esercito repubblicano il 13 aprile successivo a Les Aubiers,.
Celebre è il suo incitamento ai suoi uomini:
«Se mio padre fosse fra noi, vi ispirerebbe più fiducia, poiché mi conoscete appena. Io del resto ho contro di me la mia giovinezza e la mia inesperienza; ma ardo già di rendermi degno di comandarvi. Andiamo a cercare il nemico: se avanzo, seguitemi; se indietreggio, uccidetemi; se mi uccidono, vendicatemi!»
TRISTE SORTE – Il 20 ottobre Henri fu scelto come “Generalissimo” dell’esercito cattolico e reale per sostituire il suo predecessore, Maurice d’Elbée, rimasto gravemente ferito nella seconda battaglia di Cholet.
Henri marciò su Granville, il 12 novembre ottenne la città Avranches, poi,però, non riuscì a tenere Granville e si dovette ritirarsi ad Angers per attraversare la Loira.
Inseguito dalle truppe dei Repubblicani Marceau, Kléber e Westermann fu sconfitto prima a Le Mans il 12 dicembre poi a Savenay il 23 dicembre.
Adottò allora la tattica della guerriglia contro i Repubblicani, e con l’anno marciò su Nuaillé, vicino a Cholet (Maine e Loira), città dalla quale, forte della recente vittoria sui Vandeani, la guarnigione repubblicana di Cholet era uscita, per darla alle fiamme.
Per salvare la città dai Repubblicani, il conte de La Rochejaquelein, ventiduenne, l’attaccò. Era il 28 gennaio 1794: i Vandeani ottennero la loro ultima grande vittoria sotto il giovane generalissimo.
Questi, inseguendo due granatieri Repubblicani in fuga, allo scopo di catturarli per interrogarli, andò inconsapevolmente incontro alla morte.
Uno dei due granatieri si fermò nascondendosi dietro un cespuglio, mentre l’altro continuò a scappare in modo da fare da esca: il soldato nascosto puntò quindi l’arma su uno dei cavalieri che inseguivano il suo compagno. Il conte de La Rochejaquelein, però, lo vide e, per salvare la vita ai suoi uomini, si lanciò su di lui per bloccarlo. Il soldato repubblicano uscito dal cespuglio, puntò l’arma contro il giovane generale: gli sparò in fronte, un solo colpo.
La Rochejaquelein morì quel giorno, a 22 anni, il 28 gennaio 1794. Duecento ventisette anni or sono.
Il suo assassino fu massacrato dagli ufficiali della scorta di La Rochejaquelein. Nello stesso luogo in cui era morto, il giovane generale fu sepolto. Il suo amico Jean Nicolas Stofflet voleva evitare che il giovane morto venisse profanato (come era accaduto al corpo di Bonchamps, profanato dai repubblicani), così, singhiozzando, gli tagliò il viso a colpi di sciabola. Secondo la tradizione avrebbe esclamato, tra le lacrime: «ho perso ciò che avevo più di caro al mondo».
Henri de La Rochejaquelein fu il più giovane ultrarealista con tale grado dell’esercito cattolico e reale a combattere le guerre di Vandea. Con la sua morte, moriva la Vandea, moriva un mondo, e un altro, iniziato nel Terrore, nasceva dal sangue della Rivoluzione.