Misteri di ieri e di oggi
Oggi tra la perdita di fede nelle religioni, l’avanzare delle guerre, lo sgretolarsi di pilastri morali e sociali ci sentiamo sempre più spaesati e desiderosi di sapere ma soprattutto di conoscere il nostro futuro. Gli italiani che consultano i maghi sono due su dieci, almeno una volta all’anno, e da studi sociologici risulta che nonostante il mondo occidentale sia tecnologico, la magia è da voi altrettanto viva che presso i popoli primitivi.
Da matematico, mi domando come persone di formazione scientifica, giovani e moderne, possano ancora interpretare eventi misteriosi detti “miracoli di fede” come opera di Dio, e possano rivolgersi a chiaroveggenti o leggere Nostradamus.
Lo scorso 16 dicembre non si è sciolto il sangue di San Gennaro a Napoli, un evento considerato “eccezionale ricorrente” dalla Chiesa. Perché?, mi domando. Sarà Dio che ci parla? Che cosa sta succedendo?
La nostra corrispondente dall’Italia ha effettuato alcune ricerche e ci condurrà per mano alla scoperta di un mondo invisibile.
In effetti la parola miracolo ha un suono un po’ medioevale. La mia domanda è: “Qual è la linea che divide il sacro e il profano?”
Il profano è attribuito alle credenze popolari e alle tradizioni pagane mentre il sacro si ricollega ai rituali religiosi e a un linguaggio che esprime il Sublime. Già da ragazzina trovavo peculiare che persino nella mia famiglia coesistessero da sempre queste due realtà. Infatti i miei nonni e mio padre erano grandi fans di Nostradamus; un mio bisnonno possedeva carte da tarocchi antiche. Se poi penso che tutti loro hanno avuto una formazione scientifica e un’indiscutibile cultura generale, con profili umani da non confondere con le sembianze della maga maghella di turno munita di sfera di cristallo, il tutto mi porta ancora più in profondità. Queste storie occulte sono tipiche della civiltà umana ma restano da valutare, pesare, interpretare.
Ci tengo a raccontare due episodi, uno profano e uno legato alla religione cattolica. Li giudico degni di una considerazione profonda da parte di ognuno di noi.
Partiamo dal Profano e dall’arte di predire il futuro. Il profeta più famoso fu Nostradamus che anche in questi giorni fa parlare di sé. Innanzitutto la Bibbia fa riferimento alle “arti divinatorie” – tra le quali la predizione del futuro, la cartomanzia – come a qualcosa da cui tenersi alla larga, perché legate al male. E questo è un dettaglio non da poco. Io non sono di credo cattolico ma ho studiato presso scuole cattoliche; perciò ho potuto apprendere nozioni di matrice cristiana e ho avuto la possibilità di studiare la Bibbia con occhio critico. Ora, se in un libro come la Bibbia si parla di arti divinatorie, lei capisce che non è cosa da sottovalutare.
La Bibbia è il fondamento della Chiesa Cattolica e rappresenta la verità, la parola di Dio. Se le arti divinatorie fossero una barzelletta, di sicuro non sarebbero state minimamente menzionate. Nella Bibbia ci sono spiegazioni che attribuiscono agli operatori dell’occulto un collegamento con il mondo di Satana, il quale è un angelo decaduto che cerca la rovina dell’uomo e avversa le opere di Dio. Episodio emblematico, a questo riguardo, resta quello dei magi al servizio di Faraone, che si opposero a Mosè. Il bastone di Mosè, gettato a terra per ordine di Dio, divenne un serpente. “Il Faraone a sua volta chiamò i sapienti e gli incantatori; e i maghi d’Egitto fecero anch’essi la stessa cosa, con le loro arti. Ognuno di essi gettò il suo bastone e i bastoni divennero serpenti; ma il bastone d’Aronne inghiottì i loro bastoni”.
Qui troviamo almeno due verità: la prima, che vi possono essere prodigi bugiardi che manifestano la potenza di Satana o degli angeli al suo seguito; la seconda, che la potenza di Dio è grande e trionfa sempre sulle opere dell’avversario.
Le arti divinatorie sono una debolezza per l’uomo che, pur di conoscere il suo destino, perdendo fiducia in Dio, si incammina per vie traverse dalle quali non può venirgli alcun bene. La sacra Bibbia distingue sempre tra la parola di Dio e la parola ingannevole che può portare l’uomo alla perdizione. Secondo il cattolicesimo chi crede in Dio non ha bisogno di arti divinatorie perché si affida al Signore e man mano apprende, con fiducia e devozione, il suo destino.
Il sangue di San Gennaro
La liquefazione del sangue di San Gennaro è considerata dalla chiesa un fenomeno “prodigioso” e non “miracoloso”. Il 16 dicembre scorso il miracolo si è manifestato con molte ore di ritardo, solo in orario serale e con una brevità tale da costituire un “miracolo sfavorevole”. Infatti il prodigio è stato registrato solo alle 18.01 con l’ostensione delle ampolle custodite nella teca del Trecento, situata all’interno della Casina nella cappella di San Gennaro.
La Chiesa non lo considera un vero e proprio miracolo e la scienza attribuisce al composto nell’ampolla peculiari caratteristiche, capaci di far passare il sangue dallo stato solido allo stato liquido, in particolari circostanze. Il fenomeno si riproduce rispettando una certa ritualità e soltanto in certe date dell’anno.
Solido o liquido
Si narra che il sangue si sciolse o non si sciolse in particolari momenti storici; è rimasto liquido per tutti e trenta i giorni dell’eruzione del Vesuvio nel 1631; è rimasto liquido nell’arco dell’anno solare tra il 1556 ed il 1557, all’epoca del trapasso dei poteri dall’imperatore Carlo V al figlio Filippo II, re di Spagna; è rimasto liquido addirittura per tutta la fase di viceregno del Conte di Monterey e cioè, dal maggio del 1631, al novembre del 1637, per sei anni di seguito.
Miracoli sfavorevoli o “pessimi” nelle epoche passate
Dal 1661 fino alla data del 1921 si sono avuti 780 miracoli, di cui 77 sfavorevoli, che hanno preceduto:
- 22 epidemie,
- 11 rivoluzioni,
- 3 siccità,
- 1 invasione dei Turchi,
- 14 arcivescovi morti entro l’arco temporale dei trenta giorni,
- 7 re morti entro l’arco temporale di sessanta giorni,
- 1 vicerè morto tre mesi dopo,
- 9 papi morti nell’arco temporale di poche settimane,
- 4 guerre,
- 7 alluvioni,
- 3 carestie,
- 11 eruzioni del Vesuvio,
- 19 terremoti,
- 3 persecuzioni religiose.
Ma allora che futuro ci aspetta?
Anche se l’uomo anela alla conoscenza del futuro, io credo che il destino dell’umanità risieda nel presente. La situazione mondiale di oggi è sotto gli occhi di tutti e bisogna aprire i giornali con coscienza ricercando la verità ovunque perché solo chi è consapevole del proprio presente sa da sé le risposte per il domani. Bisogna credere in se stessi senza scomodare Dio e trovre il coraggio di accettare ciò che si vede senza dire :”Scusate ho lasciato a casa gli occhiali”.
Sembra essere questa una società di ciechi e di sordi, che hanno occhi e orecchie funzionanti ma non vogliono sentire e non vogliono vedere. Non abbiamo il diritto di bypassare la coscienza e affidarci a Dio, o peggio ancora all’occulto, delegando le nostre responsabilità ad altri. Dobbiamo vivere nella verità se veramente vogliamo avere un futuro.