CONCORSO INTERNAZIONALE

Desio Rivera

Sinossi: Cronaca intima della guerra che per un anno e mezzo ha sconvolto il Libano, il film cattura la vita quotidiana delle vittime della furia bellica. Attraverso le voci di amici, parenti e vicini testimonia la perdita, la migrazione e i fragili sforzi per guarire, ricostruire e conservare la dignità nel dopo-distruzione.

NOTA DEL REGISTA

“Il mio film nasce dal bisogno di raccontare una guerra che ha distrutto le nostre case e le nostre vite e di mostrare che, nonostante tutto, anche tra le rovine continuano a fiorire umanità e resilienza.”

Abbas Fahdel

Crudo, reale, documenta una delle tante voglie distruttive di Israele. Quella volta, l’obiettivo era il Libano. Poco fa.

Ma quanto ci divertiamo noi umani a distruggere, uccidere civili, stravolgere destini tranquilli immergendoli in orrori inauditi?

Si, siamo proprio strani.

Ma, come dicono nel film, l’amore è più forte nel costruire che l’odio per distruggere!

E infatti, poi, si ricostruisce. E, per il momento, il bene supera il male.

La figlia del regista, un vero bijoux, percorre tutto il film. Ed è un futuro di pace e convivenza possibile.

È lì, intorno a casa a giocare quando cadono le bombe con il fragore dello scoppio.

Lei si rifugia dentro casa, nel salone, e, ad ogni scoppio esclama: « Boum! Scoreggia!”

E, anche. “Guarda, c’è un uccellino in cielo!” …. Ma sarebbe (è) un drone! 

Bellissima la strage vista con occhi ingenui da bambino.

E tanti animali, gatti domestici e randagi, cani, pecore: “Noi umani, sappiamo ricostruire le nostre case. Gli animali, no, non sanno ricostruire i loro rifugi.”

Un cane, con le gambe maciullate, si trascina lamentandosi sul terreno.

Desio, difenditi, sovrapponi un’altra immagine nella tua mente, per sopportare. 

Una delle volpi che nutro, mesi fa, in questa nostra Svizzera pulita, ha contratto la rogna. Vedevo la sua maestosa coda perdere il pelo, poi la parte dietro del corpo inaridirsi, poi…

Una soleggiata mattina, apro la finestra della camera, appena alzato (tardi, verso mezzogiorno, come al solito) e la vedo lì, morente, nel mio prato. 

Le porto una bacinella con acqua fresca e la poso accanto alla sua testa senza forze. Lei mi guarda e, per la prima volta, non scappa. Prima, quando stava bene, bastava la mia ombra dietro la finestra per farla scattare lontana da me.

Adesso no, non si muove. Telefono al veterinario. Non si può fare nulla. Chiami il guardiacaccia e la faccia uccidere. NO!!!!!!

E poi è morta. Ma non lì dove agonizzava. È riuscita a raggiungere il suo, molto vicino, bosco. Dietro casa mia…

Il film, come oramai non ci è difficile immaginare vedendo ciò che accade in Terra Santa, è, a parte affamare i superstiti (qui no) che è una “novità” dell’orrore attuale, identico, come lo sono tutte le inutili guerre, Ucraina, Palestina, e tutte quelle in corso e passate, crudele, insopportabile, orribile.. insomma siamo stupidi e (auto) distruttivi come sempre.

Io, come detto, quando era troppo, ma non si riesce ad abbassare lo sguardo, con il pensiero, sovrapponevo.

Per esempio, quando vedete un’auto tutta deformata e bruciata, con i passeggeri, senz’altro, cremati vivi dentro, pensate al vostro assicuratore e chiedetevi, se la vostra auto fosse distrutta nel corso di una manifestazione, siete coperti con il valore totale o parziale? E continuate a guardare lo schermo che, dopo altre scene brutte-brutte di guerra, poi, come sempre, finisce e ritroveranno il sorriso, come nei film. Qui è realtà.

Tanta dignità nei superstiti, impossibile dimenticare e perdonare, tanta distruzione e voglia di ricostruire. E via cosÌ…

E anche i morti, dove le bombe hanno scoperchiato le loro tombe e li hanno catapultati fuori, si incamminano cercando una strada, sperando che non abbiamo distrutto anche quella, che porti, finalmente, alla pace eterna.