Lo scandalo dei dati personali dirottati sta portando una seria minaccia ad una delle più potenti aziende di Internet.

Il co-fondatore di WhatsApp, Brian Action, ha affermato che è tempo di #deletefacebook perché è arrivato il momento di occuparsi della privacy. Action oggi lavora per Signal, un’applicazione di messaggistica rivale, dopo che WhatsApp è stata acquistata da Facebook per 19 miliardi di dollari.

Per Zuckerberg la ragione dell’acquisto nel 2014 è stata ufficialmente una: l’incredibile crescita della quale si è reso protagonista il servizio di messaggistica concorrente. Analizzati i dati in un periodo di 4 anni di vita, tre dei social più utilizzati hanno mostrato tassi di crescita diversi. 50 milioni di utenti per Skype e 145 milioni per Facebook. Insieme a loro, ma molto più in alto, c’è WhatsApp, che nello stesso periodo di tempo ha raggiunto quota 400 milioni di utenti mostrando un grafico dall’impennata stratosferica che fa impallidire l’andamento di giganti come Twitter, Gmail e lo stesso Facebook.

Oggi Facebook ha 2 miliardi di utenti e il sogno di Zuckerberg è quello di mettere in contatto tutta la gente del mondo.

Ma l’agenzia inglese Cambridge Analytica, società di analisi dati, ha “rubato” 50 milioni di profili da Facebook per usare informazioni private al fine di influenzare elezioni politiche dall’America all’Europa e adesso l’enorme rete sociale deve affrontare indagini e cause legali che si stanno trasformando in class actions che potrebbe comportare una distrazione costosa per Facebook.

È stato il 28enne Christopher Wylie, ex dipendente di Cambridge Analytica, a svelare sulle pagine dei quotidiani Guardian e New York Times i meccanismi a cui ha avuto accesso fino alla fine del 2014. «Cambridge Analytica si aggrappa a qualsiasi debolezza o vulnerabilità che pensiamo tu possa avere e cercherà di modificare la tua percezione di quello che ti circonda», ha dichiarato Wylie. Se si vuole creare un’arma con l’informazione, i social media sono il campo di battaglia in cui si deve agire. «Chiedevamo alle persone di partecipare a sondaggi di carattere psicologico. L’applicazione thisisyourdigitallife, messa a punta dall’accademico russo-americano Aleksandr Kogan, raccoglieva i dati da Facebook, si infiltrava nella rete di amici e ricavava dati anche da quest’ultimi» ha aggiunto.

Si trattava quindi acquistare un numero sufficiente di dettagli senza averne titolo per consentire di definire il profilo di ciascuno di noi.

Facebook ha perso miliardi di dollari in borsa in soli due giorni, ed è al centro di critiche e richieste di chiarimenti per non aver vigilato a sufficienza rendendo possibile che uno sviluppatore cedesse le informazioni raccolte sugli utenti all’agenzia inglese violando le condizioni d’uso. Si sospetta che Cambridge Analytica abbia lavorato alle campagne a favore dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e di Donald Trump durante le presidenziali del 2016.

Potrebbe essere la più grande crisi che Facebook abbia mai affrontato dalla sua fondazione. Molti utenti adesso, dopo le ultime rivelazioni, sperano in un nuovo social network. Anche se non è facile rompere con Facebook perché significherebbe che gli utenti dovrebbero eliminare oltre a Facebook anche Instagram, WhatsApp e Messenger. Per molti non si tratta di una ipotesi realistica, vista l’integrazione dei social media con la vita di tutti i giorni di milioni di utenti.