Contro gli indiscriminati vandalismi di cui Londra, dopo innumerevoli città degli Stati Uniti, ha subito il fanatismo, (vedendosi persino la statua di Winston Churchill coperta da un pannello di plexiglass opaco, onde evitare ulteriore distruzione), numerosi manifestanti si sono dati appuntamento sotto la statua proprio di Churchill, davanti a Westminster e sotto al Cenotafio. I manifestanti erano hooligans, tifosi di calcio provenienti da tutto il Paese e nazionalisti, tra cui il leader di Britain First, Paul Golding e lo scrittore Tommy Robinson, attivista sul fronte politico del nazionalismo britannico e ex leader dell’English Defence League e dell’European Defence League inglese.

Ci sono stati tuttavia scontri tra la polizia e i militanti di estrema destra, nei quali purtroppo è stato anche ferito (naso rotto) un fotoreporter italiano. Gli scontri di cui Londra, da quando i Black Lives Matter, hanno messo a ferro e fuoco distruggendo e imbrattando statue, sono ormai purtoppo all’ordine del giorno.

Come scrive Ben Bradley per l’edizione digitale del Telegraph, in un articolo intitolato “la voce della mobilitazione non è la voce della maggioranza”, sia per quanto riguarda i vandalismi attuati dai Balck Lives Matter, sia per quanto riguarda le violenze degli hoolingas, l’Inghilterra “per bene” si dissocia: il Balck Lives Matter, scrive Bradley, altro non è che un pretesto per contestare il capitalismo e le istituzioni britanniche, che con il razzismo nulla hanno a che fare, poiché l’Inghilterra è da sempre un paese libero, aperto e tollerante, baluardo di democrazia.

Churchill, conclude il giornalista, in primis combatté il nazifascismo: è stato imbrattato dagli antirazzisti, salutato col saluto nazista dagli hooligan.

La nutrita manifestazione contro gli atti vandalici subiti dall’Inghilterra dai Black Lives Matter

Tutto questo parossismo porta dunque l’Inghilterra a considerare quanto fragile e preziosa sia la propria democrazia, ora seriamente messa in pericolo dalle proteste iconoclaste e vandaliche degli antirazzisti.