“Della vecchia Grandeur sono rimasti solo i cocci nella guerra di tutti contro tutti che sta dilaniando Palazzo Moraglia stretto nel cappio della cattiva politica. Succedono cose strane a Lugano. Il rilancio dello scalo di Agno si è già schiantato a terra sotto il pesante sospetto di favoritismi, mentre su Cornaredo s’inasprisce lo scontro per bande che rischia di affossare il nuovo Polo sportivo.” (… … …)

Questo è l’incipit, catastrofico, di notevole articolo, via via sempre più catastrofico, sul tema della boccheggiante Lugano.

L’estensore, molto dotato, probabilmente si è lasciato prendere dall’entusiasmo e, sulle rive del placido Ceresio, ha descritto una situazione semi-apocalittica.

Tutto falso, tutto inventato? Certo che no, molte delle cose scritte sono vere, anche se presentate con una penna intinta nell’esagerazione.

Lo scopo del pezzo, a prima vista, sembra essere quello di mettere in difficoltà il Sindaco leghista, il cui bilancio nel complesso non è poi così positivo. In un certo senso il Caffè assolve così il suo compito fondamentale, combattere e (se possibile) abbattere la Lega. Per questo è stato creato.

In molti anni, in verità, non ha mai ottenuto nulla. Ma chi può dire, sarà questa la volta buona?

Come già abbiamo ammesso, l’articolo “catastrofico” contiene osservazioni e critiche plausibili. La versione del municipio sul caso Owen Jones-Artioli è poco convincente (e il Caffè torna all’attacco con argomenti documentati e abili). Il Polo sportivo e degli eventi, in zona Cesarini, è finito sotto attacco ad opera di una frangia PLR capeggiata dall’Uomo del Monte (ma senza Giudici, Badaracco e Schnellmann, roba pesante).

Qui però bisogna dire che nulla è perduto per il Sindaco. Forse sarà necessario sconfiggere un referendum, è una partita che si può vincere.

E l’articolista tira anche in ballo l’eterno (e insopportabile) Macello. Dopo 19 (!) anni non si fa nulla. C’è un bel progetto e non si fa nulla! In realtà sembra che l’autorità abbia paura dei Molinari.

E il Polo congressuale, e il PVP… La lista è infinita. La realtà – una parte della realtà – è che la Città si è indebolita economicamente poiché si è ridotta e immiserita la bonanza proveniente da Sud. Molte cose non si possono più fare perché mancano i soldi. Su questo punto non ci sentiremmo in diritto di incolpare Borradori.

Le elezioni si approssimano e tutti sono nervosi. Da otto anni Lugano è leghista e il bilancio della Lega – senza abbandonarsi agli estremi pantoclastici del Caffè – non è brillante.

Una cosa è sicura: non possono permettersi di perdere. Lugano 2013 fu una tremenda disfatta liberale, e la fine di un lunghissimo regno.

Ora la posta è alta. Lugano 2021 – se le speranze del Caffè si avverassero – per il “partito della gente” sarebbe l’inizio della fine. Non stiamo affatto scherzando.