Mercoledì,  il Messico ha citato in giudizio diversi produttori di armi da fuoco con sede negli Stati Uniti, sostenendo che a causa della loro negligenza nel non controllare i loro distributori, contribuiscono al traffico illegale di armi oltre il confine. Armi che vengono utilizzate nelle battaglie dei cartelli di droga e negli attentati civili.

L’obiettivo dell’insolita causa intentata presso la Corte federale degli Stati Uniti a Boston, è cercare di fermare il flusso delle armi senza prendere di mira il governo degli Stati Uniti.

Nell’annunciare la causa, il ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard, ha affermato che compagnie di armi come Smith & Wesson, Barret Firearms, Colt’s Manufacturing Company, Glock e Ruger, hanno soddisfatto i gusti e le esigenze dei cartelli della droga messicana, alimentando i criminali messicani ed agevolandoli in una esplosione di omicidi in Messico negli ultimi anni.

La causa cita l’esempio di una edizione speciale della pistola Colt 38, con un’immagine incisa del rivoluzionario messicano Emiliano Zapata e sostiene inoltre che le case produttrici di armi dipendono molto dalle vendite illegali messicane che “sostentano” le loro linee di affidamento bancario. “Se non presentiamo una causa come questa e non la vinciamo, non capiranno mai. Continueranno a fare la stessa cosa e continueremo ad avere morti ogni giorno nel nostro paese”, ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro Ebrard.

Secondo uno studio del governo messicano pubblicato lo scorso anno, circa 2,5 milioni di armi statunitensi illegali hanno attraversato il confine nel 2020, compreso armi di livello militare come i fucili Barret calibro 50 che sono in grado di abbattere elicotteri in volo.

Le norme messicane per la vendita legale delle armi sono molto più severe e restrittive rispetto a quelle degli Stati Uniti. Soltanto presso un solo negozio che si trova in una base militare a Città del Messico si possono acquistare armi dopo aver superato una rigida procedura di controllo.

Il Messico, paese afflitto dalla violenza da quando nel 2006 è stato eletto presidente Felipe Calderón che schierò le truppe militari per combattere i cartelli della droga, sta cercando di chiedere con questa azione legale, oltre ai danni finanziari per 10 miliardi di dollari, migliori caratteristiche di sicurezza sulle armi e controlli molto più severi sulle vendite. I produttori statunitensi continuano a dare priorità al loro vantaggio economico utilizzando strategie di marketing che promuovono armi sempre più letali, senza meccanismi di sicurezza o di tracciabilità.

In base alle analisi delle armi da fuoco recuperate sulle scene dei crimini, gran parte della violenza è stata commessa con armi all’origine vendute negli Stati Uniti e in seguito contrabbandate in Messico. La facilità con cui i signori della droga possono accedere alle armi di tipo militare, ha fondamentalmente modificato la sfida affrontata dalle forze di sicurezza messicane.

L’abbondanza delle armi è tale che ogni criminale, anche di basso profilo, ha a disposizione fucili d’assalto come l’AK-47. La polizia di Stato difficilmente affronta i ragazzi della strada armati con quel tipo di armi. Per questo motivo gli esperti affermano che la polizia non viene intimidita ma viene spesso comprata dai gruppi criminali.  

Le accuse sono state respinte dal vice presidente dell’associazione nazionale americana National Shooting Sports Foundation, Lawrence G. Keane, il quale le ritiene prive di fondamento, quando sarebbe il governo messicano invece responsabile della criminalità dilagante e della corruzione all’interno dei propri confini.

Gli analisti credono che sarà difficile vincere questa causa legale, visto il Protection of Lawfull Commerce in Arms Act, una legge degli Stati Uniti che protegge i fabbricanti e i commercianti di armi da essere ritenuti responsabili quando sono stati commessi reati con i loro prodotti.

Il traffico delle armi in ogni caso non sembra certo essere l’unica cosa che alimenta la violenza in Messico.  

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nell’immagine Pixabay di copertina: il confine tra Messico e USA