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Settimana scorsa, il quotidiano danese De Volkskrant ospitava un’analisi sui “danni collaterali dell’euro in Svizzera”, nella quale si parlava di come – pur essendo fuori dalla Zona euro – il nostro paeser non sia al riparo dagli effetti nefasti della crisi dell’euro.

Nell’articolo vengono anche riprese le considerazioni di Philipp Hildebrand, presidente della Banca nazionale svizzera:
“La Banca centrale svizzera, anche a seguito delle pressioni politiche, ha sforbiciato i tassi di interesse quasi fino allo zero. In questo modo, Berna spera di rallentare la corsa del franco svizzero. La parità con l’euro è uno spauracchio per gli svizzeri, ma se la tendenza attuale non sarà invertita la valuta elvetica potrebbe presto superare quella dell’eurozona.

La Svizzera, insomma, paga le conseguenze della propria stabilità finanziaria. “Se abbiamo questo genere di problemi è perché la nostra economia sta molto bene, mentre Europa e Stati Uniti sono in guai seri – ha dichiarato alla televisione svizzera Philipp Hildebrand, presidente della banca nazionale.
La Svizzera, caso più unico che raro in Europa, può contare su un surplus di bilancio. La bilancia commerciale registra un attivo cospicuo e il tasso di disoccupazione (3%) è ancora più basso di quello dell’Olanda, primo dei paesi dell’Unione europea.

Se la corsa del franco svizzero non si fermerà, la crescita economica delle confederazione, superiore al 3% nel primo trimestre del 2011, registrerà probabilmente una forte contrazione. Gli esperti non escludono addirittura una forma di recessione.
Ciononostante, sottolineano gli svizzeri con una vena d’ironia, non è il caso di invidiare i paesi dell’eurozona: “Olanda e Germania stanno pagando per gli altri paesi europei. La Svizzera è bella, pulita e sicura. E speriamo che continui a esserlo.”