Comunicato stampa UDC Ticino

Asfaltopoli – L’UDC Ticino si rammarica di questa ennesima dimostrazione che gli intrallazzi fra economia e politica – con la benedizione del potere giuridico – anche quando emergono in modo inequivocabile, difficilmente sfociano in ben definite attribuzioni di responsabilità con conseguenti eque sanzioni e restituzione del maltolto.

In pratica, la convenzione – che, si sottolinea, non è un’ammissione di colpa da parte degli asfaltatori, e che è da quest’ultimi sottoscritta senza assunzione di una responsabilità o di un obbligo legale (ma allora perché accettano di pagare cinque milioni questi campioni d’onestà?) – corrisponde a una vera e propria amnistia.
Ed è curioso come quelli che durante l’ultima seduta di Gran Consiglio s’indignavano per la proposta di amnistia fiscale che “premiava chi ha rubato a scapito dei cittadini onesti”, oggi si dicano con una certa rassegnazione soddisfatti di poter voltare pagina. Come dire che ci hanno rubato un mucchio di cartoni di vino pregiato e noi siamo contenti perché almeno ci restituiscono le bottiglie vuote.
Nella fattispecie poi, si sorvola tranquillamente sul fatto che il cartello dell’asfalto funzionava sì negli appalti pubblici, ma anche nel privato. In pratica, il cittadino Pantalone che è stato truffato privatamente, paga anche per la truffa pubblica con le proprie imposte. Mazziato due volte!

Per l’UDC la convenzione raggiunta è un prezzo ridicolo per le “17 sorelle” se si pensa che la contropartita non è soltanto una catarsi morale dopo aver lucrato abusivamente durante anni per decine di milioni di franchi, ma anche il fatto di poter continuare a ricevere appalti dall’ente pubblico con i quali ammortizzeranno in un batter d’occhio i 5 milioni sborsati.
L’UDC Ticino non può dichiararsi soddisfatta di voltare pagina, per cinque milioni non ne valeva la pena.