Si chiamava Albert Perry. Deceduto qualche anno fa, era un afro-americano che viveva nella Carolina del Sud, lontano discendente di schiavi originari dell’ovest dell’Africa.
La rivista New Scientist scrive che un giorno un suo famigliare spedì un campione di tessuto a un laboratorio affinchè prelevasse il Dna, per avere informazioni esatte sulle sue origini.
Questi test di genealogia genetica sono eseguiti partendo da Dna mitocondriale, trasmesso dalla madre ai suoi figli e traccia la linea materna (la madre, la nonna materna, la madre della nonna materna, …) oppure – solo per i maschi – partendo dal cromosoma Y. Questo darà informazioni sulla linea paterna (il padre, il nonno paterno, il padre del nonno paterno, …).
Cromosoma Y a sequenza genetica sconosciuta
Quando il campione di Albert Perry arrivò nel laboratorio incaricato delle analisi, apparve un fatto inedito : la sequenza genetica portata dal suo cromosoma Y era sconosciuta.
Per dirla in altre parole, possiamo far risalire tutti i cromosoma Y degli uomini sulla Terra al più recente antenato maschio conosciuto, un uomo che viveva in Africa circa 140’000 anni fa, soprannominato “Adamo genetico”. Ma il cromosoma Y di Albert Perry non discendeva da questo Adamo.
Questa sorprendente eccezione ha spinto un team di scienziati internazionale ad approfondire le ricerche su questo cromosoma Y così particolare e i risultati delle ricerche sono stati pubblicati nel American Journal of Human Genetics.
Siccome con ogni evidenza l’Adamo genetico di 140’000 anni fa non entrava più in linea di conto, andava ricostruito l’intero albero filogenetico del cromosoma Y, che traccia la sua genealogia nel mondo intero.
Confrontando le variazioni genetiche dei diversi gruppi etnici, confrontandole anche con quelle dello scimpanzé e stimando la velocità con cui appaiono queste mutazioni, gli scienziati sono risaliti nel tempo e hanno innestato l’albero genealogico in vigore in precedenza su un tronco più antico, da cui partiva il ramo che ha portato al cromosoma Y di Albert Perry.
Homo sapiens portatore di un cromosa Y “arcaico”
Secondo i loro calcoli, il nuovo Adamo genetico, l’antenato da cui deriva il cromosoma Y di tutti gli uomini attuali e il cromosoma Y di Albert Perry, viveva in Africa circa 340’000 anni fa.
Il fatto è che 340’000 anni fa l’uomo moderno ancora non c’era, sarebbe apparso circa 200’000 anni fa.
Come faceva Albert Perry, che senza dubbio era un Homo sapiens, a essere portatore di un cromosoma Y che datava di un Homo “arcaico”, mentre tutti i suoi congeneri disponevano di versioni più recenti?
Potrebbe non essere così sorprendente, se si considera che lo scenario dell’evoluzione umana non è lineare ma assomiglia a un cespuglio i cui rami si dividono e poi si incrociano di nuovo.
Un’ipotesi probabile è che, diverse migliaia di anni fa il gruppo etnico dell’Homo sapiens da cui discendeva Albert Perry si sia mischiato con un gruppo di umani “arcaici”. Questi sono poi scomparsi, ma in occasione dello scambio di cellule hanno iniettato nella popolazione di uomini moderni un cromosoma Y che non era più presente in questa forma.
Un cromosoma che poi, di padre in figlio, per intere generazioni è stato trasmesso sino ad Albert Perry e ad altri.
Esplorando i database genetici, gli scienziati sono giunti al popolo dei Mbo, un gruppo che vive nel sud-ovest del Camerun.
Su 174 uomini repertoriati, 11 presentavano un cromosoma Y con caratteristiche analoghe a quelle di Albert Perry, che molto probabilmente era un loro lontano cugino.
I ricercatori fanno notare che gli Mbo vivono a meno di 800 chilometri dal sito preistorico nigeriano di Iwo Eleru, dove è stato stabilito che l’Homo sapiens era vissuto, coabitando e riproducendosi con i discendenti di una linea più antica.
(Fonte : Le Monde.fr)