Il prossimo 18 maggio saremo chiamati alle urne per votare, tra i molti temi, sull’amnistia fiscale cantonale. Il progetto propone che, per un lasso di tempo limitato, venga concesso uno sconto del 70% sulle imposte dovute negli ultimi 10 anni a chi spontaneamente denuncia i propri capitali non dichiarati. Le entrate derivanti da questa operazione confluiranno in un “fondo per il lavoro”, che si prefigge come scopo la creazione di posti di lavoro locali.

Contro questo progetto di legge la sinistra ha lanciato un referendum.

Un simile strumento viene usato una tantum, prevalentemente in tempi di crisi, per ridare un po’ di ossigeno all’economia. Altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione saranno i prelievi fiscali futuri; una volta dichiarati i capitali evasi questi rientreranno nel circolo della tassazione ordinaria e questo significherà maggiori entrate fiscali anche per il futuro.

I contrari sostengono da un lato che vi sia un inaccettabile aspetto etico e dall’altro lato che tale provvedimento sia totalmente inutile. La questione etica viene considerata come un’ingiustizia sociale, perchè coloro che hanno onestamente dichiarato la propria sostanza sono stati completamente tassati, mentre chi ha evaso il fisco otterebbe una deduzione. Benché questa problematica sia per alcuni aspetti reale, la misura dev’essere comunque tollerata per il semplice fatto che si tratta di un provvedimento straordinario (basti pensare a quando è stata fatta l’ultima amnistia fiscale in Ticino).

L’aspetto ritenuto “inutile” è dovuto al fatto che questa misura non è stata coordinata con le imposte federali e quindi esiste il rischio che, non ottenendo deduzioni a livello federale, molti verranno scoraggiati dal dichiarare i fondi evasi. In effetti anche questa problematica potrà emergere; ma in ogni caso, se non si dovessero registrare i risultati sperati, non nascerebbero comunque particolari problemi.

È necessario saper cogliere questa occasione, anche se la tempistica non è delle migliori. L’amnistia sarebbe stata nettamente più incisiva se fosse stata applicata nel periodo in cui l’Italia aveva introdotto il famigerato Scudo Tremonti, con il quale il governo sperava di far riemergere i capitali non dichiarati dei cittadini italiani.

Nicholas Marioli