Il presidente Bachar al Assad ha denunciato di fronte al Parlamento di Damasco una cospirazione in atto contro la Siria, ritenendo che esista nel paese una minoranza guidata da paesi esteri e che si attiva per gettare il paese nel caos.
Il presidente si è detto convinto che la situazione tornerà presto alla normalità e che anche i rivoltosi più irriducibili, come quelli della città di Dara’a verranno ricondotti alla ragione.
Al Assad ha ripetuto di non essere contrario ad introdurre riforme nel paese e contrariamente alle attese e alle sue promesse non ha decretato l’abolizione dello stato d’urgenza, che vige nel paese dal 1963.
Le riforme sociali e politiche in Siria devono innanzitutto essere sostenute dalla Turchia e dall’Unione europea. E’ la richiesta odierna pubblicata sul quotidiano austriaco Der Standard da Taraf Baghjati, imam presso il Centro islamico di Vienna.
“Una soluzione pacifica deve intervenire per riformare il sistema esistente in maniera radicale – scrive Baghjati – Non servono rivendicazioni religiose né panarabiche, serve una politica credibile per tutti. Ecco perchè in Siria si guarda con interesse al modello della Turchia.
E’ importante che Turchia e Unione europea diano un supporto comune e ragionato, evitando grandi ingerenze negli affari interni siriani. Si tratta di una visione realista e soprattutto necessaria nell’interesse del presidente Bachar al Assad. La sua attuazione dipende però interamente dalla leadership siriana. Il governo siriano non può più permettersi di ignorare le rivendicazioni della popolazione additandole come manovre ostili pilotate da paesi esteri.”