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Al brillante giornalista economico Alfonso Tuor è toccato il ruolo di vedette in occasione di un piacevole invito che TicinoLive ha rivolto ai suoi blogger e ai suoi affezionati lettori. È il salotto virtuale che, per una volta, si fa salotto reale. Trenta i partecipanti (il massimo previsto) alla serata, un’autentica première, che si è tenuta nella cornice accogliente del Canvetto Luganese.

Dopo un ricco aperitivo, riservato ai convenevoli e alla conoscenza reciproca, siamo saliti nella saletta al primo piano ed ho assolto il compito di presentare il conferenziere. Non senza prima avere rivolto un pensiero alla redattrice del portale, colei che non vuole parlare, non vuol essere presentata, non vuol essere nominata. Ho detto semplicemente: “Senza di lei noi saremmo a mani vuote”.

Ho presentato Tuor come amatissimo – dal pubblico, da me – “economista catastrofista”, al che egli ha immediatamente protestato facendo osservare che “un pessimista non è altro che un ottimista informato”.
“Questi tempi di assoluto disastro sono il trionfo di Tuor” ho aggiunto con entusiasmo. Sempre meglio rincarare la dose.

Al grido di “La vera crisi incomincia ora!” Tuor si è lanciato in una brillante quanto spietata illustrazione dei mali che affliggono l’economia mondiale in questo fosco inizio di Terzo Millennio, mentre all’orizzonte sembra profilarsi un’apocalittica “bancarotta globale”.

Il “corvo” Tuor non fa sconti a nessuno. Questa crisi non finisce con la crisi dell’Euro. Questa crisi durerà dieci anni. Il sistema finanziario è sovradimensionato e si è trasformato in una specie di mostruoso parassita che succhia le ricchezze dei popoli e degli stati, lasciandoli esangui e in malora.

Se l’Euro si spacca che cosa succede? Un brivido corre per la sala. Vorrei intervenire per domandargli: “Con quali modalità avverrà questa spaccatura?” ma non oso, non voglio interrompere il Tuor-torrente in piena.
La Germania frena o addirittura impedisce la creazione degli Eurobond, che potrebbero salvare alcuni stati pericolanti. Dice la Merkel: prima le regole, poi gli Eurobond. Ma così facendo pone una condizione relativa ai tempi che è impossibile da soddisfare. In realtà la crisi dell’Euro ha toccato un punto di non ritorno.

Eurolandia sta entrando in recessione. Grecia, Portogallo, Spagna, … Italia annaspano. Persino la Francia è in difficoltà. Resta la più forte, la Germania.
Vorrei dire la mia, approfittando della posizione privilegiata al tavolo del conferenziere : “Ma Alfonso, per quanto sia forte la Germania, come potrà portare il peso di tutti gli altri?”
Invece me ne sto zitto, per non disturbare.
Le cifre di Tuor, allineate con autentica ferocia, fanno girare la testa. 4’500 miliardi di titoli tossici, 400 dei quali in Europa. 175 miliardi di obbligazioni greche, molto, molto vicine al valore della carta straccia. 34 miliardi tossici sono ancora nei forzieri dell’UBS.
Alcuni personaggi UBS o ex-UBS, ben riconoscibili in sala, fanno buffe smorfie.

“Obama è un pupazzetto!” Con questa amena esclamazione Tuor aggredisce l’ultima parte della sua conferenza: l’analisi geo-politica. “Ciò che sta succedendo non è una piccola cosa, è paragonabile alla caduta dell’Impero romano”. Una frase a effetto? Alfonso le usa e le ama. La Superpotenza, l’unica ormai rimasta sul pianeta, è alle strette e la sua crisi culminerà nella crisi del dollaro. Negli USA due contee sono già fallite, in California invece degli stipendi si versano dei “pagherò”.

Il mondo è in armi e in subbuglio più che mai. Il Nordafrica brucia ed è pericolosamente instabile, ma il rischio massimo si situa attorno all’Iran.
Un attacco israelo-americano contro l’Iran – un’assoluta follia ma non del tutto impossibile – vedrebbe l’aperta opposizione di Russia, Cina, India e Turchia, con conseguenze gravi e imprevedibili.
La caduta del muro di Berlino nel 1989 non ha affatto portato la pace, forse gli uomini non sanno vivere in pace sulla loro tormentata terra.

Molte altre cose ancora, che qui non possiamo tutte riportare, ha detto un ricco e accattivante Tuor, in gran forma. Numerose domande a raffica, poste da un pubblico attento e competente, hanno chiuso la lunga e intensa serata.
Al termine delle discussioni la redattrice di TicinoLive era raggiante: il suo primo evento era riuscito alla grande!

Francesco De Maria