13 dicembre 2011

Fabio Pontiggia, vicedirettore del Corriere del Ticino e presto condirettore (dal 1° gennaio), già collaboratore personale della consigliera di Stato Marina Masoni, commenta per noi la cruciale elezione di domattina, 14 dicembre 2011. In una seconda parte Pontiggia affronterà la tormentata “questione liberale”, alla luce del fatto nuovo rappresentato dalla “leadership traghettatrice” di Gabriele Gendotti. L’intervista di Francesco De Maria.

Francesco De Maria: Siamo ancora tutti scossi dal recentissimo e fulmineo “caso Zuppiger”. Sa dirci esattamente che cos’è successo?

Fabio Pontiggia: Il solito pasticcio ingenuo del politico che ha uno scheletro nell’armadio e si illude che al momento opportuno nessuno lo tiri fuori. Francamente non ne sono per niente scosso.

FDM: Ai vertici del partito può essere addebitata una colpa grave? Può essersi trattato di un colpo machiavellico?

FP: Non credo al colpo machiavellico. Semplicemente il candidato non ha informato il suo partito su quanto aveva combinato, illudendosi che l’episodio fosse caduto nel dimenticatoio. Non mi sembra che all’UDC possa essere rimproverata una colpa grave: solo fiducia mal riposta.

FDM: L’UDC Hansjörg Walter, neoplebiscitato presidente del Consiglio nazionale e nuovo candidato al posto di Zuppiger, sembra godere di molte simpatie in campo avverso. Potrà farcela?

FP: Potrebbe. Se ce la facesse avremmo la conferma che il sistema di scelta dei consiglieri federali preferisce la mediocrità. Cespugli, non alberi d’alto fusto.

FP: Nelle scorse settimane se ne sono sentite di tutti i colori. Se dovessi riassumere in una frase, direi la “concordanza” è un valore sacro e irrinunciabile, a patto che al maggiore partito… venga negato ciò che gli spetta.

FP: Non sono tanto d’accordo. Il sistema di concordanza è applicato in modo tale da premiare politici prima di tutto concilianti, poco profilati, pronti a compromessi su tutto, collegiali. È nella logica e nella natura del sistema. Se i partiti maggiori presentano candidati con queste caratteristiche, non ci sono ostracismi, nemmeno verso l’UDC. La quale ha avuto il torto, secondo questo sistema, di riuscire a far eleggere in Governo, in circostanze irripetibili, Christoph Blocher. Avesse portato avanti, allora, un Walter, a quest’ora avrebbe i suoi due consiglieri federali, che nessuno contesterebbe. Il sistema vuole i Samuel Schmid e rifiuta i Blocher, non perché Blocher sia un democentrista, ma perché è Blocher.

FDM: I socialisti “pretendono” che l’UDC attacchi il seggio di Schneider Ammann, mentre – ovviamente – la Widmer Schlumpf dovrebbe restare al suo posto… Non siamo al teatro dell’assurdo?

FP: Siamo a un governo di concordanza che non concorda più con i numeri dei partiti espressi dagli elettori.

FDM: Attribuisca una probabilità a ciascuno di questi possibili esiti.

a. Widmer Schlumpf eletta, all’UDC un solo seggio. L’UDC resta in governo.
FP: 40 per cento

b. Widmer Schlumpf eletta, all’UDC un solo seggio. Maurer si dimette e l’UDC lascia il governo.
FP: 20 per cento

c. Widmer Schlumpf eletta, all’UDC vanno due seggi. Paga pegno il Freisinn, che perde Schneider Ammann.

FP: 20 per cento

d. Cade Widmer Schlumpf. Due UDC, due PS, due PLR, un PPD.
FP: 20 per cento

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