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Il Partito Comunista esprime solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della LATI SA di S.Antonino che, raccogliendo l’invito dei sindacalisti di UNIA, hanno deciso di bloccare la produzione martedì 8 giugno.
Da mesi si segnala una vita insopportabile in azienda, con una totale chiusura al dialogo da parte della Direzione: anche per questo l’adesione allo sciopero è stata unanime e partita dal basso. Le maestranze hanno giustamente chiesto garanzie in vista della stipulazione di un Contratto Collettivo di Lavoro (CCL) che possa migliorare le loro condizioni di lavoro.

Dopo solo 3 ore di astensione dal lavoro, la Direzione ha dovuto accettare un accordo che fissa i principi chiave del CCL, in particolare i salari minimi e le regole per la partecipazione democratica di operai e impiegati.
La più grande azienda agricola del cantone, che ancora riesce a garantire un bicchiere di latte al giorno per ogni bambino, maltratta chi vi lavora e paga pochissimo i produttori.

Il Partito Comunista invita quindi tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore a far valere i propri diritti con la lotta sindacale e invita la popolazione ticinese a farsi sentire in sostegno di quello che dovrebbe essere un servizio pubblico.
L’attuale sistema di monopolio privato nel mercato del latte, infatti, permette a pochissime potenti famiglie di sfruttare i lavoratori e le lavoratrici della produzione del latte e più in generale gli operai agricoli e i piccoli contadini. Sostenere i lavoratori della LATI SA significa sostenere i lavoratori le lavoratrici del settore della natura, di chi capisce l’importanza della difesa del territorio.

Il Ticino, da sempre terra di contadini, oggi rischia di lasciare spazio solo a cemento, banche e logistica, vista la miope politica economica di speculatori e governo. Il Partito comunista, al contrario, difende un sistema di produzione che sia pubblico, rispettoso di chi lavora, della natura e capace di rispondere ai bisogni della collettività.