La metà degli inglesi vorrebbe potersi esprimere in un referendum sulla permanenza dell’Inghilterra nell’UE. Quello che era sino ad oggi solo un sentimento popolare viene sempre più condiviso da alti esponenti della classe politica. Ad esempio l’ex ministro della difesa Liam Fox ha dichiarato che, in considerazione degli accordi sempre più stretti in materia politica e fiscale tra i 17 paesi Euro, gli altri stati membri dell’UE debbono attentamente riflettere sul loro futuro.
Persino il primo ministro David Cameron non ha voluto escludere la possibilità di un referendum sulle relazioni dell’Inghilterra con l’Unione Europea. Tuttavia ciò non dovrebbe avvenire nel momento più acuto della crisi del debito, ha aggiunto.
“Il nostro rapporto con l’UE è insoddisfacente”
“Le parole “Europa” e “referendum” sono a mio modo di vedere compatibili”, scrive Cameron in un articolo pubblicato dal “Sunday Telegraph”. Benché il premier escluda la soluzione estrema di un’uscita del suo paese dall’Europa, egli non esita a dichiarare che gli stati estranei all’Euro debbono sopportare “troppi costi, troppa burocrazia, troppa ingerenza nei loro affari. C’è troppa Europa, non già troppo poca”.
“L’Inghilterra non è disposta a pagare per l’insolvenza delle banche greche o portoghesi. E nemmeno accetta di sottomettere le sue banche al controllo della banca centrale europea. Il popolo britannico è scontento dell’UE e lo sono anch’io” ha concluso duramente Cameron. Secondo un recente sondaggio, in effetti, la metà degli inglesi vorrebbe poter votare, a breve, sulle relazioni del loro paese con l’Unione Europea.
(Fonte: TagesAnzeiger)