Il Bar Oops deve chiudere: sembra disturbare la quiete del suo assonnato vicinato.

Su queste basi si è inteso, per l’ennesima volta, castrare le già scarse possibilità di aggregazione e divertimento giovanile a Lugano. E così noi, per l’ennesima volta, siamo stati costretti a denunciare la completa incompatibilità delle misure prese su suolo comunale in relazione ai bisogni dei giovani.

Seppur proveniente, in questo caso, da privati, la pretesa di privare la gioventù di un’ulteriore polo di svago è sintomatica del clima anti-giovanile che aleggia ormai da tempo a Lugano. Questo costante distacco dal mondo giovanile, tipico del Ticino, non potrà che rivelarsi deleterio per il futuro del nostro cantone ed è una caratteristica che, inesorabilmente, sembra andare ad accomunare tutte le gestioni comunali.

Per conto nostro, nella decisione del Municipio locale che ha previsto di anticipare la chiusura dei locali notturni e di chiudere il Bar Mojito, desumiamo l’incapacità dello stesso ad elaborare una proposta politica che sia radicata alla realtà comunale ed ancorata alle reali necessità di tutte le fasce della popolazione.

Onde evitare che il processo di cimiterializzazione presagito dal Partito Comunista si imponga su tutto il territorio luganese, auspichiamo pertanto che le autorità comunali prendano posizione sulla richiesta di chiusura del Bar Oops e agiscano non già in funzione delle esigenze di qualche insofferente vicino, bensì in difesa e rappresentanza dei bisogni della gioventù intera.

Per il Partito Comunista: Edoardo Cappelletti, coordinatore della sezione Luganese