Mercoledì 28 agosto i commissari delle Nazioni Unite sono arrivati nella Ghouta orientale, alla periferia di Damasco, una zona controllata dai ribelli. Qui, il 21 agosto scorso, era avvenuto un presunto attacco con armi chimiche che aveva fatto molte vittime anche fra i civili.

Secondo responsabili dell’amministrazione Obama, un attacco occidentale si limiterebbe al lancio di missili Tomahawk dalle quattro navi da guerra che già si trovano nelle acque al largo della Siria. Secondo il Washington Post, l’intervento dovrebbe essere breve, durare un massimo di 48 ore.

In Siria, gli Stati Uniti scartano un’azione militare unilaterale e hanno discusso con i paesi alleati circa eventuali attacchi che potrebbero durare più di 24 ore. Lo ha confermato un alto responsabile americano all’agenzia AFP : “E’ possibile che il governo siriano faccia ancora ricorso a armi chimiche, non possiamo escluderlo.”
“Se gli Stati Uniti non intervenissero militarmente – ha detto ancora il responsabile – sarebbe un pericoloso segnale per gli altri regimi che dispongono di depositi di armi chimiche. In tutto questo c’è una dimensione umana. Che messaggio invieremmo al mondo se un governo può usare impunemente armi chimiche sul suo territorio?”

Israele sta dispiegando tutti i suoi missili di difesa a misura precauzionale contro eventuali attacchi di rappresaglia da parte del regime di Damasco, qualora le potenze occidentali dovessero attaccare la Siria.
Lo ha annunciato Galeï Tsahal, la radio dell’esercito israeliani. Evocando il segreto di Stato, l’emittente non ha rilasciato dettagli sul numero e sul luogo del dispiegamento delle batterie antiaeree.

“L’intervento dell’America sarebbe un disastro per la regione – ha dichiarato la Guida suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei – Questa regione è come una polveriera, il suo futuro è imprevedibile.”
L’Iran ha anche smentito le voci – fatte circolare da alcuni operatori finanziari – circa la presenza sul suo territorio del presidente siriano Bashar al Assad.

Il primo ministro iracheno, Nouri al-Maliki, ha annunciato, mercoledì 28 agosto, di aver messo l’intero esercito in stato d’allerta massima, nell’eventualità – sempre più probabile – che gli Stati Uniti e i paesi alleati lancino un attacco militare contro il regime siriano.

La Gran Bretagna ha presentato mercoledì una risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il testo condanna l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime siriano e autorizza le misure necessarie per proteggere i civili.

Al momento la Russia ritiene inopportuno discutere di una risoluzione al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite : “Discutere della reazione del Consiglio di sicurezza prima che gli ispettori dell’ONU in Siria abbiano presentato il loro rapporto è poco opportuno – ha dichiarato Vladimir Titov, vice ministro russo degli Affari esteri.