INTERROGAZIONE

Nei primi giorni di dicembre, dopo vari mesi di attesa, il Consiglio federale ha finalmente dato risposta all’interpellanza dell’On. Sylvia Flückiger-Bäni (UDC/AG) sul numero di individui provenienti dall’Unione europea che hanno ottenuto un permesso di soggiorno senza avere un impiego, e che al momento percepiscono un aiuto sociale.

La notizia è inquietante: in soli due anni (!) la cifra degli assistiti UE è raddoppiata, passando dalle 2876 unità nel 2010 ai 4080 nel 2012 e tendenzialmente pare che a fine 2013 oltrepasseremo le 4’857 unità.

Inoltre ci è noto che in Ticino vi sono state svariate richieste di assistenza presentate da persone provenienti dall’Unione europea, pochi mesi dopo l’ottenimento del permesso B.

Notoriamente i Cantoni che soffrono di più di questa situazione sono quelli periferici, come ad esempio il Canton Ticino, i quali vedono l’aumento esponenziale di frontalieri, un sempre maggior dumping salariale e, con la caduta dei contingenti,  anche una minor protezione dei posti di lavoro per i locali; e, dulcis in fundo, ora si scopre anche il numero dei disoccupati UE che manteniamo, risorse perse per i nostri concittadini.

Chiediamo quindi all’On. Consiglio di Stato di voler rispondere alle seguenti domande:

  • Del numero di disoccupati UE che sono a carico degli istituti sociali della Confederazione, quanti sono da attribuirsi al Canton Ticino?

  • Risulta vero che vi sono svariati casi di cittadini UE che a pochi mesi, o comunque entro l’anno, dall’ottenimento di un permesso B presentano una richiesta per l’ottenimento delle prestazioni assistenziali? Sono quantificabili?

  • Quante di queste richieste hanno dato esito positivo?

  • È pensabile il ritiro del permesso B a queste persone, visto che non sono più economicamente indipendenti?

Lara Filippini, per il Gruppo UDC