Ovviamente sui contenuti di questo articolo, che rispecchia l’opinione dei due firmatari, Ticinolive non prende posizione. (francesco de maria, legalmente responsabile della testata)


Dobbiamo ritornare sul problema dell’espulsione (mancata) di Arlind Lokaj, bloccata per tre mesi e quindi niente espatrio, in quanto abbiamo l’impressione che non ci abbiano detto tutto.

Non intendiamo accanirci contro la persona, potrebbe essere chiunque altro, ma certo lascia stupiti come mai, pur avendo passato tutte le istanze di Legge, la persona sopra citata possa rimanere, anche se solo provvisoriamente, forse, (noi non ci crediamo) in questo Paese.

Ci poniamo alcune domande in merito a questa sospensione, visto che l’unica maniera per averla era quella di presentare un certificato medico.
E qui subentra un altro personaggio alquanto enigmatico, il medico cantonale Giorgio Merlani, colui che ha dato l’ordine di eseguire una perizia (psichiatrica ?) sul ragazzo, qualche giorno prima della prevista espulsione. Ma che strana coincidenza.

La domanda che ci poniamo e che si pongono in parecchi é la seguente: se veramente il ragazzo soffre di disturbi psichici, quando sono sopravvenuti questi disturbi? Prima o dopo aver saputo dell’espulsione? Ve lo diciamo noi: dopo averlo saputo, visto che il giovane era in perfetta forma per giocare a calcio nei nostri campionati allievi solo qualche giorno prima.

Ma la cosa che piu’ ci fa specie è che il medico cantonale in questione si lasci influenzare in questa maniera, ovviamente con la corresponsabilità dello psichiatra locarnese che ha effettuato il controllo.
Detto medico cantonale, il Merlani, non è nuovo ad azioni di dubbio riscontro, accanendosi in più casi contro persone indigene, con interventi molto spicci come quello su di una persona che aveva una menomazione ad una gamba, bloccandole il permesso di guida.

Vi sarebbero altri casi da menzionare, ma ci riserviamo la possibilità di farlo nel caso in cui qualcuno pensasse di intervenire direttamente su uno dei sottoscritti, come già avvenuto, con metodi a dir poco subdoli e che confermano la prassi in atto in questo Cantone ormai allo sbando, che è quella di far pressione sui cittadini onesti che intendono denunciare situazioni a dir poco “anomale”.

Possiamo capire che togliere i coperchi di “certe pentole” può essere anche rischioso dal punto di vista elettorale, ma allora non bisognava promettere prima delle elezioni quello che poi non si è mantenuto!

Strano che nessuno parli mai di queste persone che agiscono in maniera molto coperta, ma che creano danni enormi a chi viene colpito direttamente.
Ed é proprio li che vogliamo andare a parare, togliendoci di torno quelle persone che, con metodi discutibili, cercano di accaparrare potere a discapito di cittadini che si comportano in maniera corretta, mentre nei confronti di altri emettono certificati di dubbio valore e di dubbia tempistica, come nel caso sopra spiegato. Vogliamo scommettere che non sarà l’ultimo caso?

Dei detrattori per professione (o per paura politica) sinceramente non ce ne importa, come poco ci toccano i commenti dei soliti buonisti a senso unico che da vent’anni ripetono lo stesso verso, perdendo puntualmente ad ogni elezione. Pensarci un attimo no eh?

Tutta questa storia ha pero’ degli aspetti e dei riferimenti storico/politici recenti, che non possono non essere presi in considerazione.

E allora vorremmo ricordare a chi improvvisamente ha perso la memoria, consiglieri di Stato compresi, che la guerra in Kosovo è finita nel giugno del 1999 (quindi 14 anni fa!), che la Svizzera in tutti questi anni ha finanziato con centinaia di milioni di franchi (nostri!) quella che doveva essere la ricostruzione (?) del Kosovo e che lo stesso Stato ha dichiarato, unilateralmente, la propria indipendenza il 17 febbraio 2008.

Indipendenza che fra l’altro non è stata riconosciuta da Stati come la Cina, la Spagna, la Russia, la Slovacchia, la Grecia, l’Irlanda, il Brasile e altri ancora. Avete voluto l’indipendenza? Bene, allora datevi da fare.

Detto cio’ noi riteniamo, molto umilmente, che coloro che hanno un po’ d’orgoglio e amor di Patria (le loro bandiere le sventolano ad ogni occasione, anche sulle divise dell’esercito svizzero!?!) la ricostruzione del proprio Paese – finanziata da mezzo mondo e in particolare dalla Svizzera – la fanno tornando in Kosovo, come alcuni hanno fatto e non rimanendo in Svizzera magari al beneficio dell’AI , dell’assistenza o altro.

Troppo comodo fare “l’indipendente” con i soldi degli altri, troppo comodo. Chi ha orecchie per intendere intenda e cominci a guardare fuori da Palazzo (governativo) perché i “casi umanitari” in Ticino, in netto aumento, riguardano sempre piu’ i ticinesi o i domiciliati che sono qui da una vita e che per molti anni hanno dato il loro contributo!
Per tutte queste persone però non ci sono le fiaccolate o le raccolte di firme last minute (sic!). Evviva l’ipocrisia a buon mercato!

Ma lo vedete com’é ridotto il Paese reale o vivete unicamente nelle vostre torri d’avorio? Governo, Dipartimento delle Istituzioni: se ci siete battete un colpo!

In Ticino è sempre tempo di tricicli, monopattini e teatrini della politica molto poco decorosi …

LEGA degli INDIGNATI
Donatello Poggi
Peter Walder