E’ una rivelazione di impotenza e una nuova prova della rovina della Libia : lunedì 1. settembre il governo provvisorio, esiliato nell’est del paese, ha ammesso di aver perso il controllo dei ministeri e dei servizi statali nella capitale Tripoli.

Dalla caduta del regime di Muammar Gheddafi, nell’ottobre 2011, la Libia è un paese prigioniero delle fazioni armate, incapace di operare un processo democratico.

L’annuncio del governo conferma che la capitale libica è ormai nelle mani dei miliziani che il 22 agosto, dopo violenti combattimenti, avevano cacciato i loro rivali, vicini al governo dimissionario, dall’aeroporto della città.

In un comunicato pubblicato nella notte fra domenica e lunedì, il governo provvisorio guidato da Abdallah Al-Theni ha precisato che le milizie armate impediscono il funzionamento dei servizi statali nella capitale Tripoli. Al personale viene impedito di recarsi al lavoro. Sono chiuse anche le sedi dei diversi ministeri.

Al-Theni, che giovedì scorso aveva presentato le dimissioni al Parlamento, lunedì è stato comunque incaricato di formare un governo ristretto. Il suo governo provvisorio si è trasferito nell’est del paese, a Tobrouk, per sfuggire alla pressione dei gruppi armati.