La “combinazione tossica” di un debito record e del rallentamento della crescita significa che l’economia mondiale si dirige verso una nuova crisi, afferma il 16. Genova Report, un rapporto annuale redatto da un team di economisti per conto del Centro internazionale degli studi monetari e bancari e pubblicato lunedì 29 settembre.

Gli autori, fra i quali vi sono tre ex presidenti di banche centrali, spiegano che i tassi di interesse dovranno restare deboli su scala mondiale per molto tempo, per permettere ai diversi agenti economici di continuare a pagare i loro interessi. L’avvertimento interviene allorchè negli Stati Uniti la Federal Reserve ha annunciato un aumento progressivo dei tassi d’interesse.

Il rapporto indica che l’indebitamento globale, privato e pubblico, è passato dal 160% del Pil nel 2001 a circa il 200% del Pil nel 2009 e al 215% nel 2013. Contrariamente a quanto si crede generalmente, non vi è nessuna tendenza a pagare i debiti e il tasso del debito mondiale rispetto al Pil continua ad aumentare.

Luigi Buttiglione, uno degli autori, ha espresso i suoi timori al quotidiano economico Financial Times : “Nella mia carriera ho visto molti cosiddetti miracoli economici – l’Italia nel 1960, il Giappone, le tigri asiatiche, l’Irlanda, la Spagna e adesso forse la Cina – e tutti si sono conclusi con una montagna di debiti.”

Secondo Buttiglione, lo schema è sempre lo stesso : la crescita di queste economie le incita a contrarre debiti, il che mantiene la loro crescita mentre i fattori che erano stati all’origine della crescita hanno esaurito i loro effetti.

Il rapporto sottolinea che alcuni paesi, che si caratterizzano per un elevato indebitamento e una crescita debole, sono particolarmente vulnerabili : l’Europa del sud, la Zona euro e la Cina.

Oggi quel che accade negli ambienti politici sono promesse di miglioramento mentre i debiti continuano ad accumularsi. Far finta di avere un piano credibile e mai cercare di risolvere i problemi strutturali, continuare a prendere tempo.
E’ evidente che prendere tempo (far perdurare) è sempre la priorità numero uno, seguita dalla proiezione (far finta) che una crescita molto attesa raggiungerà una traiettoria ancor più elevata per far rientrare il bilancio nei limiti previsti.

(Fonte : express.be)