Riceviamo questo articolo, di ampiezza ed interesse notevoli, e volentieri lo pubblichiamo, senza impegnare la linea politica della Redazione.

dal portale www.hescaton.com

indipendenza-catalognaOggi 27 settembre gli elettori della regione spagnola della Catalogna vanno alle urne per eleggere il proprio governo locale. Sono però delle elezioni diverse dal solito perché in caso di vittoria della coalizione indipendentista, Artur Mas, il loro leader, ha dichiarato che entro 18 mesi, se Madrid continuerà sulla sua linea dura, verrà dichiarata unilateralmente l’indipendenza dalla Spagna. La coalizione dovrebbe attestarsi, secondo gli ultimi sondaggi sui 75 su 135 seggi e circa il 48-49% dei voti, questo risultato fornirebbe una larga maggioranza che consentirebbe di seguire tranquillamente l’agenda separatista, considerando che si è già svolto un referendum, pur illegittimo, dove i sì all’indipendenza furono l’80%. Il processo d’indipendenza sarebbe ancora più spedito se la coalizione separatista ottenesse oltre il 50% dei voti, perché in quel caso, il processo di separazione, oltre che la piena maggioranza parlamentare, avrebbe la piena maggioranza popolare.

CatalognaProviamo ad ipotizzare degli scenari sul voto di oggi, dando per scontata una vittoria della coalizione separatista:

1) LA CATALOGNA DIVENTA UNO STATO FEDERATO AUTONOMO ALL’INTERNO DELLA SPAGNA. Nonostante le posizioni dure sia del leader separatista Artur Mas che del presidente spagnolo Mariano Rajoy, per evitare troppa sofferenza ad entrambe le parti, Madrid cede alla richieste catalane e consente a far divenire la Catalogna uno stato federato che gestisce in modo autonomo le proprie risorse economiche fornendo al governo centrale solo lo stretto necessario (ad esempio per la difesa comune). Questo scenario sarebbe più probabile se i separatisti ottenessero soltanto una maggioranza risicata. La Catalogna in questo caso diverrebbe simile ad uno stato del Regno Unito. Probabilità di realizzazione: medio-bassa.

2) LA CATALOGNA INIZIA IL PROCESSO D’INDIPENDENZA, MADRID ACCETTA DI TRATTARE. A mio avviso, questo sarebbe lo scenario migliore per entrambi, cioè garantire l’indipendenza alla Catalogna, magari convocando prima un referendum ufficiale e poi trattare su cosa separare e cosa no. Ad esempio la Catalogna potrebbe diventare indipendente ma sempre sotto la corona spagnola (tipo Commonwealth), oppure potrebbe rimanere indipendente ma appoggiarsi al governo spagnolo in ambito militare e lasciando a Madrid la rappresentanza in politica estera. In qualunque caso una trattativa che porti all’indipendenza ma garantendo al governo centrale ancora qualche ambito di potere. Stando alle posizioni dei principali attori politici, questo scenario sembra lontano, ma le cose potrebbero cambiare soprattutto in caso di vittoria oltre il 50%. In quel caso Madrid sarebbe pienamente sconfitta e gli converrebbe trattare. Probabilità di realizzazione: media.

3) LA CATALOGNA INIZIA IL PROCESSO D’INDIPENDENZA, MADRID LO OSTACOLA. Questa sembra la linea attuale, cioè ostacolare in tutti i modi il processo d’indipendenza catalana. Il governo centrale potrebbe tagliare la liquidità alle banche catalane, potrebbe chiudere le frontiere e ostacolare gli scambi commerciali, dichiarare illegale il processo d’indipendenza, ecc. Questa strada potrebbe essere intrapresa per bloccare sul nascere la spinta indipendentista e impaurendo i catalani, cercare di far cadere il governo separatista. Dal canto suo il governo separatista potrebbe annullare la sua quota di debito pubblico che si abbatterebbe totalmente sulla Spagna. A mio avviso questa è una strada fallimentare che potrebbe stringere i catalani attorno al proprio governo costi quel che costi. I costi, sia per la Catalogna, che per la Spagna, sarebbero altissimi e il paese potrebbe ri-sprofondare nella recessione. Se comunque la Catalogna dovesse ufficializzare l’indipendenza, potrebbe trovarsi fuori dall’Unione Europea. Il governo separatista ha già dichiarato che chiederebbe immediatamente di rientrare nell’Unione ed è probabile che ci riesca in pochi mesi, dato che la Catalogna già ne faceva parte e quindi soddisfaceva già i requisiti richiesti. Probabilità di realizzazione: medio-alta.

4) LA CATALOGNA INIZIA IL PROCESSO D’INDIPENDENZA, MADRID INVIA L’ESERCITO. Questa linea, per quanto estrema, sarebbe tra le opzioni del governo centrale che potrebbe utilizzare l’esercito per deporre il governo separatista e probabilmente anche sciogliere i partiti che lo hanno appoggiato. Questa sarebbe una soluzione estrema che porterebbe sicuramente ad una massiccia insurrezione popolare e nel caso ci fossero dei morti tra i manifestanti, anche alla guerra civile. Una repressione nel sangue del separatismo catalano, potrebbe travolgere il governo centrale e potrebbero esserci rivolte in tutta la Spagna, soprattutto nelle zone con simpatie separatiste. Probabilità di realizzazione: medio-bassa.

Sintetizzando gli scenari possiamo dire che:

In caso di vittoria risicata inferiore al 48%: scenari più probabili 1, 3, 4
In caso di piena vittoria tra 48 e 49%: scenari più probabili 3 e 4
In caso di larga vittoria oltre il 50%: scenario più probabile 2 o 3 con resa rapida di Madrid

Il governo di Mariano Rajoy, si trova in un vicolo cieco dove ogni sua mossa può portare allo sfaldamento della Spagna. L’integrità spagnola si salverebbe solo in caso di sconfitta della coalizione separatista catalana. In caso contrario l’unico modo di garantire una sorta di integrità, sarebbe una riforma federalista che trasformi la Spagna in una sorta di Regno Unito, ma dato che il governo centrale, essendo guidato da un leader conservatore, insiste nella linea dura, attualmente questa strada sembrerebbe improbabile. Se invece Madrid cede e consente a Barcellona di ottenere l’indipendenza, è facile ipotizzare un effetto domino sulle altre regioni spagnole partendo dalla Comunità Valenciana, poi alla Andalusia, ai Paesi Baschi, ecc come già mostrato in questo nostro articolo. Ma anche se Madrid dovesse rispondere con l’esercito, la Spagna potrebbe sfaldarsi, perché nell’Europa attuale una repressione nel sangue sarebbe inaccettabile e verrebbe ampiamente condannata anche dall’Unione Europea.

Ora analizziamo le conseguenze reali dell’indipendenza catalana: la Catalogna ha una popolazione 7 milioni e mezzo di abitanti pari a circa il 17% della popolazione spagnola. Il suo PIL è circa il 20% del PIL spagnolo. Nelle trattative con Madrid sarà importante la collocazione del debito pubblico comune. Molto probabilmente Madrid vorrà una collocazione del debito in base al PIL, mentre Barcellona in base agli abitanti. Nel caso non ci fossero trattative e addirittura si arrivasse allo scontro armato, è probabile che Artur Mas ripudi il proprio debito pubblico. In quel caso Madrid se lo dovrebbe accollare e questo schizzerebbe dal 98% attuale a quasi il 120%, inoltre non avendo più il saldo positivo che gli fornisce la Catalogna, il bilancio centrale andrebbe in crisi e questo potrebbe anche portare il paese al default, dato che gli speculatori internazionali si accanirebbe sullo spread e sulla borsa e questa volta l’Europa non ha la possibilità di salvare la Spagna. Una nuova e più grave crisi economica in Spagna, che portasse anche al default, potrebbe spazzare via il governo di Rajoy e a mio avviso, anche la stessa monarchia spagnola. Inoltre è molto probabile che anche altre regioni spagnole, cercherebbero l’indipendenza. La Spagna potrebbe quindi fare la fine dell’ex-Iugoslavia, speriamo senza gli stessi spargimenti di sangue.

Chi ci segue e chi ha letto il nostro articolo, La lunga marcia dell’Eurocrazia, sa che tutto questo potrebbe anche, nonostante le dichiarazioni di facciata, essere favorito da Bruxelles che riuscirebbe a disintegrare uno dei più grandi stati europei e inoltre potrebbe anche liberarsi dalla monarchia spagnola, come abbiamo scritto nell’articolo sopracitato, un futuro superstato europeo è incompatibile con grandi stati nazionali e soprattutto con delle monarchie interne. Inoltre i nuovi stati europei come la Catalogna, avranno fretta di rientrare nell’Unione, per normalizzare la propria situazione economica e quindi potrebbe accettare condizioni molto più dure da Bruxelles, come grandi cessioni di sovranità e la perdita del diritto di veto.

Se la Catalogna ottiene l’indipendenza, l’effetto domino oltre che interno sarà anche a livello europeo. A mio avviso, subito dopo la Catalogna viene la spartizione del Belgio (cosa che consentirebbe la nascita della città-stato di Bruxelles che sarebbe così l’ideale capitale europea), poi Veneto e Sardegna, Bretagna e Corsica, Baviera, la regione ungherese della Romania e via dicendo…

Tutto questo è contornato dall’attuale crisi di credibilità ed economica della Germania, che come scritto in altri articoli, è stata usata come baricentro dell’attuale Unione Europea, per completare la cessione di sovranità ma che adesso deve essere abbattuta per consentire la nascita di un Superstato Europeo omogeneo senza una nazione che spadroneggi sulle altre. Non stupisce che infatti siano proprio le istituzioni e le procure europee attualmente a scagliarsi contro la Volkswagen e di conseguenza contro l’economia tedesca. L’obiettivo è spezzare le reni alla Germania e ci stanno riuscendo facilmente.

Concludiamo dicendo, che chi, come noi, supporta la Democrazia Integrata, non può che essere favorevole all’Autodeterminazione dei Popoli. Al tempo stesso vi invitiamo a non abbassare la guardia ed a osservare come il separatismo possa essere funzionale all’Eurocrazia. Se questo articolo ti è piaciuto, non perderti Libertà Indefinita, un saggio sulla libertà e sulla legittimità di un sistema, il nostro, sempre più contestato dalla popolazione.

Fenrir