dal portale www.blognews24ore.com

Gli attentati di Parigi del 13 novembre potrebbero portare verso un dispiegamento massiccio della NATO in Siria. E’ il motivo per cui il presidente russo Vladimir Putin chiede se gli attentati hanno un rapporto con i successi militari russi in Siria e se i neoconservatori americani intendono servirsi degli attentati per un allargamento del conflitto nel territorio siriano.

ParigiChi sta dietro gli attentati di Parigi ?
E’ la domanda posta da Vladimir Putin, ripresa dall’agenzia di stampa TASS, la quale ha precisato che il presidente russo ha offerto piena collaborazione ai francesi per scoprire chi ha eseguito realmente gli attentati e chi li ha organizzati.

L’autore sarebbe la milizia terrorista dello Stato islamico, ha constatato il presidente francese François Hollande. Ma Charles Winter della Quilliam Foundation, specialista della Siria e dello Stato islamico, fa notare che attualmente non è possibile dire se gli attentati sono stati organizzati direttamente dallo Stato islamico e se sono stati ispirati dai terroristi. E’ inconcepibile che lo Stato islamico, che in Siria si trova sotto una pressione enorme, rivendichi gli attentati di Parigi solo per incoraggiare i propri aderenti.

Il New York Times cita Bruce Hoffman del Center for Security Studies all’università di Georgetown: “L’organizzazione degli attentati porterebbe piuttosto la firma di Al-Qaida”. Hoffman ricorda un messaggio di Osama bin Laden, che chiedeva ai partigiani del terrore di condurre attentati, come a Mumbai, su obiettivi civili.

Le informazioni degli inquirenti francesi vanno considerate con cautela : un passaporto siriano è stato trovato nella tasca di un terrorista che si è fatto esplodere. E’ improbabile che un terrorista che intende compiere un attentato se ne vada in giro con il passaporto in tasca. Al riguardo va ricordata la strage alla sede del settimanale francese Charlie Hebdo. Anche in quel caso gli attentatori avevano dimenticato i loro passaporti nell’auto servita per la fuga. Dubbi sussistono dunque sulla reale identità di chi ha organizzato gli attentati.

Partendo da una posizione di forza militare, il presidente russo Putin chiede una stretta cooperazione della comunità mondiale in Russia. I siriani, sostenuti dai russi e dall’Iran, si trovano, dopo una vittoriosa offensiva a sud di Aleppo, a pochi chilometri da Saraqib, dove si incontrano le autostrade per Damasco e Lattaquia.

I neo conservatori statunitensi, i generali americani e la NATO hanno strumentalizzato gli attentati di Parigi per mettere Barack Obama sotto pressione. Obama vuole ritirarsi dalla Siria, il che – alla luce degli eventi di Parigi – viene considerato una debolezza. L’analista militare Jerry Hendrix del Center for a New American Century ha dichiarato : “Gli attentati di Parigi potrebbero essere l’evento catalizzatore che spingerà la comunità internazionale ad agire.”

Nel Weekly Standard, William Kristol si unisce alla critica della strategia siriana di Obama contro lo Stato islamico ed esige una pesante repressione, l’ingaggio di truppe al suolo. Anche Kori Schake della Hoover Institution commenta : “La strategia di Obama per arginare lo Stato islamico è pessima. L’unica soluzione è far intervenire le truppe terrestri.”

Sabato scorso, il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, si era detto pronto a intervenire e ha invitato Parigi ad attivare l’art. 5 del regolamento dell’Alleanza Atlantica. In questo caso, in tempi brevi tutti i membri della NATO dovrebbero intervenire militarmente in Siria. E’ il motivo per cui il giornale tedesco Bild, le cui posizioni sembrano vicine a quelle della NATO, chiede : “Dopo il terrore di Parigi dobbiamo passare alla guerra?”

Il presidente dell’associazione dei riservisti della Bundeswehr e parlamentare della CDU, Roderich Kiesewetter, ha dichiarato : “Mi adopero per impiegare le nostre capacità militari in Siria. Potremmo sostenere gli alleati con i nostri distaccamenti di perlustrazione. Il giornale Bild riassume gli sforzi della NATO con il titolo “Si precisa la preparazione di un intervento militare.”

Un ruolo particolare nell’impiego di truppe al suolo potrebbe averlo la Turchia. Da mesi conduce la propria guerra, dubbia e illegale dal punto di vista dei diritti dei popoli, in Irak e in Siria, lottando contro il PKK. L’avanzata dei russi mette il presidente turco Erdogan in una situazione difficile. La Turchia ha bisogno un motivo per difendere i suoi interessi in Siria. Gli attentati di Parigi potrebbero procurarle la motivazione, quale Stato membro della NATO, per dispiegare le truppe al suolo. Erdogan può mobilitare le sue truppe prima degli Stati Uniti, che devono ancora sottostare a lunghi procedimenti democratici. Il tutto di fronte ai successi militari della Russia.

Negli attentati di Parigi, i rifugiati hanno un ruolo secondario. I terroristi che hanno agito a Parigi non avevano bisogno di nascondersi tra i rifugiati diretti a Occidente, ma nell’Unione europea la questione viene enfatizzata con affermazioni secondo cui due degli attentatori sarebbero giunti in Europa nascosti tra i rifugiati. In questo modo si cerca di obbligare l’UE ad accettare una soluzione militare, autorizzando la Turchia a iniziare le operazioni militari in Siria.

(Fonte : deutsche-wirtschafts-nachrichten.de)