di Cristina T. Chiochia
Non solo orologi svizzeri di varie epoche, seppur bellissimi, quasi veri e propri gioielli di precisione e materiali e di varie epoche storiche a Milano in due importanti mostre. Ma un vero e proprio percorso emozionale a 360 gradi sullo strumento che da “forma al tempo” dell’Uomo, con precisione, passione e cura ma che è diventato anche “ingranaggio” di altro.
La prima dal 13 maggio al 27 settembre 2021 presso Museo Poldi Pezzoli di Milano dal titolo “La forma del Tempo” ed a cura di Lavinia Galli, conservatrice del museo con un allestimento di Migliore+Servetto Architects e che “rappresenta” cosa significhi il rapporto dell’uomo con il tempo; la seconda mostra si intitola: “Robot : the human project” ed è presso il Museo delle culture di Milano tuttora visitabile sino al 1 Agosto. Curata anche in questo caso da Lavinia Galli con Antonio Marazzi e Alberto Mazzoni, si svolge in collaborazione con la RobotiCSS LAB di Milano-Bicocca e con altri istituti di tecnologia italiani ed esteri, tra cui il celebre istituto superiore Sant’Anna di Pisa e che racconta una storia tra tempo e spazio differente ma non dissimile, essendo fatta di relazioni tra spazio, tempo e intelligenze artificiali proiettandole verso il futuro. Se la prima mostra presenta 30 splendidi esempi di orologi, sculture, codici e dipinti (tra cui il celebre quadro di Tiziano “allegoria della prudenza” ma non mancano opere di Baciccio, Bernini, Fratelli Campani Wendelinus Hessler), la seconda mostra, che è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Fondazione Deloitte, main sponsor del Museo, l’Istituto di Bio Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il principale istituto universitario dedicato alla ricerca sulla robotica in Italia e al supporto tecnico e scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) è inoltre realizzata grazie al sostegno di Gruppo Unipol, che è main sponsor del progetto.
Due mostre che molto hanno in comune, certo non gli organizzatori, solo la curatice è la stessa, essendo Lavinia Galli non solo storica dell’arte ma anche conservatrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano, ma quella presso il MUDEC addirittura ’Istituto di Bio Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che è in Italia una eccellenza in questo campo (ne scrivemmo in un precedente articolo non solo nella ricerca ma proprio sul concetto di “robotica” che si fa in Italia e sulle nuove prospettive per il futuro che indaga chiamando in causa proprio il pubblico in sala che puo’ interagire con i robot, rispondere a domande, fare test.
Le due mostre insomma sono parallele e legate da una sorta di “doppio filo” per quell’uso e quella ricerca della tecnologia come desiderio di creare in tutti i tempi, dalla passione umana.
Che si tratti di automomi o di grandi congegni silenziosi notturni per segnare il tempo o appunto ingranaggi sempre più complessi e precisi per misurarlo attraverso la precisione degli orologi, le mostre offrono la singolare possibilità di una suggestiva riflessione con cui si vuole anche concludere: grazie proprio alla presenza della bellissima tela di Tiziano in mostra, ecco la necessità dell’avere memoria che diventa mood. Nel quadro di Tiziano ,in prestito alla mostra presso il museo Poldi Pezzoli dal National Gallery di Londra, infatti le tre eta’ dell’uomo paiono quasi corrispondere ai tre momenti della vita scanditi dal tempo e dallo spazio: crescere, diventare adulti, invecchiare.
In fondo, la mostra del MUDEC parla proprio di questo. E come i tre animali presenti nella tela di Tiziano, che rappresentano bene queste fasi ma ricordano come un monito che se si guarda al tempo come al futuro, il giovane ritratto lo vede da una prospettiva diversa dell’uomo adulto, che pensa al presente ed idem, per l’anziano, che guarda necessariamente al passato, anche la tecnologia ne prende atto. E quindi che , nella vita come “spazio in cui si vive”, è necessario combinare insieme queste “tre facce” del tempo per restare, in fondo, umani. Perchè solo ricordando gli insegnamenti del passato si può comprendere davvero il presente e , chissà, anche prevedere un mondo futuro dove tutto sarà di certo possibile per l’uomo grazie alla tecnologia, anche impianti artificiali e uomini robot, ma dove darsi “una regola”, aiuterà, sicuramente, a vivere meglio imparando a dare, chissà, nuova forma al tempo ed allo spazio. Ai posteri l’ardua sentenza.