Uno alla volta, come nel romanzo di Agatha Christie

di Vittorio Volpi

Un articolo di Guido Santevecchi sul Corriere della Sera (CdS) conclude così “ come in 10 piccoli indiani di Agatha Christie, uno alla volta i capitani dell’industria tecnologica cinese stanno lasciando la scena”.

Il CdS si riferisce ad alcuni miliardari della tecnologia che a sorpresa si fanno da parte, come nel caso di Jack Ma di Alibaba, diventato invisibile da quasi un anno a questa parte. 

Questa volta il piccolo indiano di turno è un personaggio degno di nota per aver simboleggiato in pieno lo slogan “arricchirsi è onorifico” (di Deng Xiaoping, 1904-1997,  il grande leader carismatico che andò al potere dopo la morte di Mao nel 1976 e che incitò i cinesi a diventare ricchi perché onorifico).

foto Wiki commons (WEF)

Nello specifico, si tratta di Richard Liu, fondatore del colosso dell’e-commerce www.jd.com . Dopo aver costruito un impero dal nulla che fattura 114 miliardi di dollari servendo 500 milioni di clienti, ha deciso di cedere la presidenza attiva e la gestione quotidiana del gruppo perché si occuperà di “sviluppare il settore dei giovani talenti e finanziare progetti di rivitalizzazione e sviluppo delle aree rurali”.  In perfetta linea con la politica del presidente Xi Jinping e dello slogan della “prosperità condivisa”.

 Quello di Liu non è il solo caso. Lo scorso marzo si era ritirato a soli 41 anni Colin Huang, il fondatore della piattaforma di e-commerce sociale Pinduoduo. A maggio si è dimesso Zhang Yiming da Amministratore Delegato, geniale imprenditore di Tik Tok che ha scoperto di non essere tagliato per fare il dirigente… Di Jack Ma abbiamo già detto.

La JD.com è fra le 13 società entrate nel radar del governo, accusata e obbligata a stringere i freni nelle aree dei prestiti, della reportistica ed altre “unfair practices”.

In sostanza, l’auto emarginazione di Richard Liu non è un fulmine a ciel sereno, ma rientra nel progetto politico di Xi di intervenire nei confronti di chi è diventato ricco senza fare attenzione alla società dando un segnale ai cittadini meno fortunati che soffrono di gravi ineguaglianze che le cose cambieranno.

Situazione non più accettabile per il modello di società che Xi si è prefissato, ribadendo il concetto che” puoi arricchirti, ma non metterti al di sopra del Partito-Stato”. Bisogna ridistribuire la ricchezza.

Ma chi è Richard Liu?

È l’epigono del self made man. Nato nel ’73, figlio di contadini dello Jiangsu. La famiglia, racconta Liu, era così povera che a casa si mangiava granoturco per quattro mesi e patate per il resto dell’anno. La carne una o due volte al mese. Malgrado la grande povertà, Richard era bravo negli studi e gli amici e parenti si indebitarono per farlo andare all’Università dove vi arrivò con pochissimi soldi e 76 uova come nutrimento.

Questo approccio è tipico nella tradizione del mondo confuciano. Il mandarinato, cioè i migliori studenti diventavano meritocraticamente la burocrazia del paese. La comunità si assumeva i costi facendo sacrifici a tal fine.

Richard si laureò in sociologia alla prestigiosa Renmin, ma la sua vera passione era per i computers e nel 2004 in una sede di 4m2 lanciò la sua start-up. Queste furono le premesse di un successo straordinario che è durato fino ad oggi.

Ma come ci ha insegnato Eraclito nella vita “tutto cambia” e così è successo anche per Liu. 


La Cina, come abbiamo apprezzato, ha il grande merito per aver tolto dalla povertà oltre 700 milioni di cinesi. Il “socialismo con caratteristiche cinesi”, ha svolto un compito di grande successo. Purtroppo non è bastato, ora il paese deve affrontare anche le storture generate da questa crescita tumultuosa e fare i conti con essa.

Deve ribilanciare la situazione sociale, mettere in atto un nuovo contratto sociale che attenui le disuguaglianze che a lungo andare possono diventare pericolose e Xi Jinping lo fa senza mezze misure.