“Più pannolini per anziani che per bambini: la demografia è destino (per tutti)”. Un importante studio del Financial Times (FT), uno dei più autorevoli quotidiani inglesi, titolava così.

Il sorpasso, più pannoloni di pannolini avverrebbe nel 2025. E non si tratta di una boutade banale, solamente di marketing di prodotti, oppure di un cambio di atteggiamento dei consumi, bensì di un cambiamento demografico che accelera ed impatta inevitabilmente sulla nostra vita: e non solo da noi in occidente.

Ironicamente, alcuni sostengono che stiamo passando da consumatori che non possono parlare del prodotto a consumatori che non amano parlarne.

Le cifre, come solito dicono tutto: il mercato si sta rapidamente convertendo dal prodotto per bambini a quelli per anziani.

Il futuro, il destino, è chiaro. Tutti i paesi che hanno un tasso di natalità al di sotto di due figli per famiglia, dovranno fare i conti con le conseguenze devastanti sul sociale. Rosea è invece l’opportunità per chi fabbrica e vende pannoloni. Da un miliardo di fatturato, diventeranno 16 entro 8 anni e 30 per il 2040 (Cina ad esempio): colossale per un prodotto di basso costo.

Siamo tutti malmessi in Europa Belgio 1,42, Spagna 1,41 Germania 1,41, Italia 1,38, Grecia 1,33, Svizzera 1,48; meglio la Francia 1,89.

Foto di marcinjozwiak da Pixabay 

Il problema di non fare figli tocca in modo consistente anche l’Asia: il Giappone 1,27, Corea del Sud 1,21, Cina 1,70 ma in regressione… Inutile. dire, date le circostanze, gli effetti sulla socialità (pensioni, assistenza medica) saranno devastante.

È difficile pensare ad un facile rovesciamento di trend perché’ la vita costosa e pesante dei nostri tempi che obbliga entrambi i coniugi a lavorare non fa intravvedere possibili cambiamenti. E l’immigrazione non è una facile soluzione.

Interessante il caso cinese perché’ la demografia potrebbe far verificare quella vecchia previsione che “i cinesi diventeranno prima vecchi che ricchi…”

Nelle proiezioni della Repubblica Popolare Cinese si prevede che la popolazione “over 65” raggiungerà i 365 milioni per il 2050: che vorrebbe dire un anziano ogni 4 abitanti contro gli attuali uno su 10.

È ovvio che si tratta di un argomento molto delicato che Pechino segue comprensibilmente con molta preoccupazione.

Si pagano le conseguenze della Legge sull’unico figlio che venne promulgata agli inizi degli anni ’80: aveva lo scopo di contenere una popolazione in rapido aumento “per evitare che ogni incremento di PIL fosse vanificato dall’eccesso di bocche da sfamare”.

Lol cambiamento della struttura economica cinese verso l’industrializzazione per diventare la fabbrica del mondo, ha cambiato ogni prospettiva in mezzo secolo.

Per ora poco è cambiato: la nuova norma che consente alle coppie di avere fino a 3 figli non sembra funzionare perché’, date le circostanze, la gente ha smesso di sognare “grandi famiglie” ed è concentrata a dare il meglio all’unico figlio.

La prova che le cose non cambieranno facilmente è racchiusa in un episodio recente.

Tempo fa è apparso un articolo sul CHINA REPORT NETWORK che esortava i membri del Partito (95 milioni) a sposarsi e procreare anche più di tre figli.

L’articolo è diventato virale e dato lo scarso e controverso successo, è stato ritirato.

Proteste e malumori si sono allargati a macchia d’olio sul web, convincendo la censura ad agire prima che fosse troppo tardi.

Nota marginale: un amico italiano ha avviato in California un business di “consegna a domicilio di Pannoloni” anche con forniture scadenzate; a buon prezzo e ottima qualità Evitando così l’imbarazzo di andare in Farmacia ed individuarsi per quello che potrebbe farsi la pipì addosso: cosa spiacevole ma parte della vita. Sta avendo molto successo: un nuovo business adatto ai tempi.

Vittorio Volpi