Francesco Pontelli – Economista – 3 Ottobre 2023 – il Patto sociale pA

Tutto cambia perché nulla cambi nel nostro povero Paese. Non sono bastati i 43 morti del Ponte Morandi di Genova causati dalla sostanziale sospensione di ogni investimento in sicurezza (-92% dei fondi destinati alla manutenzione) della società Autostrade per aumentare la remunerazione del capitale investito, a dimostrare una volta per tutte quanto determinate infrastrutture, espressione di monopoli indivisibili, debbano essere soggette alla gestione e al controllo della autorità nazionale esattamente come avviene in Germania ed in Svizzera.

Alla fine degli anni novanta la scelta del governo D’Alema, confermata e rafforzata successivamente dal governo Berlusconi, aveva perlomeno la scusante di non essere in grado di prevedere il disastro del Ponte Morandi. La privatizzazione di Autostrade, infatti, rientrava nel piano di dismissioni finalizzate ad un ipotetico “efficientamento” di Sistema (questa era la tesi accademica quanto dei cosiddetti liberali da bar Sport), quando, invece, fu soprattutto la ricerca di ulteriori risorse finanziarie per diminuire il deficit, e quindi mantenere intatta la spesa pubblica, e non certo la volontà di diminuire il debito, il quale già allora rappresentava il vero problema, a determinare questa meschina volontà dei diversi Governi unita ad una volontà di offrire una possibilità di speculazione per i capitali privati.

Tuttavia ora, pur consapevole della tragedia causata dal disastro del Ponte Morandi, risulta inaccettabile da parte del governo in carica anche il solo prendere in considerazione una nuova ed ulteriore privatizzazione della società Autostrade, in più poi dopo che il precedente governo Draghi ha regalato alla famiglia Benetton 8,3 miliardi. Questo solo pensiero rappresenta un insulto alle vittime di Genova e soprattutto conferma una complicità tra l’intero mondo della politica di destra e di sinistra ed i capitali privati speculativi.

Inoltre, questa prospettiva di nuova privatizzazione determina anche l’onere politico di assumersi la responsabilità non solo dei morti del Ponte Morandi a Genova ma soprattutto di quelli futuri in quanto dopo la tragedia del Ponte Morandi era evidente la necessità di cambiare strategia assolutamente ignorata dal governo in carica.

Molto spesso si parla di populismo, quando la politica e i media cercano di replicare alle critiche espresse in termini generali ad una classe politica, senza quindi nessuna distinzione tra le diverse operatività di destra e sinistra.

La vicenda di questa nuova possibile privatizzazione dimostra come il termine “populismo” sia oltremodo riduttivo rispetto a quanto dimostrato ancora una volta dalla politica e dai governi che esprime tanto di destra che di sinistra.