Julian Assange è una figura di rilievo nel campo del giornalismo e dell’attivismo digitale, noto principalmente come fondatore di WikiLeaks, una piattaforma che ha rivoluzionato la divulgazione di documenti riservati, svelando segreti governativi e aziendali. Ecco una panoramica della sua vita e del modo in cui ha cercato di salvaguardare la sua stessa esistenza in mezzo a enormi controversie:


La vita di Julian Assange

Infanzia e formazione
Julian Assange è nato il 3 luglio 1971 a Townsville, in Australia. La sua infanzia è stata segnata da frequenti trasferimenti: sua madre gestiva una compagnia teatrale ambulante, e Assange frequentò diverse scuole. Fin da giovane, dimostrò una straordinaria abilità nell’informatica e divenne un hacker negli anni ’80 con lo pseudonimo “Mendax”.

Carriera tecnologica e fondazione di WikiLeaks
Nel 2006, Assange fondò WikiLeaks, un’organizzazione che si occupa di pubblicare documenti riservati per portare alla luce le verità nascoste, in nome della trasparenza e della libertà di informazione. Alcune delle rivelazioni più famose pubblicate da WikiLeaks includono:

  • I “Diari di guerra” del 2010, che documentano violazioni dei diritti umani in Iraq e Afghanistan.
  • Le corrispondenze diplomatiche statunitensi, che mettono in luce il funzionamento interno della diplomazia globale.
  • Documenti relativi a casi di corruzione governativa in vari Paesi.

Le controversie e la lotta per la sua libertà

Accuse in Svezia e asilo nell’ambasciata ecuadoriana
Nel 2010, Assange affrontò accuse di molestie sessuali in Svezia. Anche se negò le accuse, temeva che l’estradizione in Svezia sarebbe stata il preludio a una consegna agli Stati Uniti, dove rischiava un processo per spionaggio a causa delle rivelazioni di WikiLeaks.

Nel 2012, trovò rifugio nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove visse in asilo politico per quasi sette anni. Durante questo periodo, le sue condizioni di vita erano difficili, poiché non poteva uscire dall’ambasciata senza il rischio di arresto.

Arresto e detenzione
Nel 2019, dopo che l’Ecuador revocò il suo asilo, Assange fu arrestato dalla polizia britannica. Da allora è stato detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra, mentre combatte l’estradizione negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere.


Come ha salvato la sua vita?

Julian Assange ha utilizzato una combinazione di tattiche legali, appelli pubblici e supporto di attivisti internazionali per proteggere la sua vita e la sua libertà:

  1. Asilo politico
    L’asilo nell’ambasciata ecuadoriana gli ha permesso di evitare l’arresto per anni, nonostante le pressioni internazionali.
  2. Sostegno globale
    Assange ha ricevuto il sostegno di organizzazioni per i diritti umani, giornalisti e figure pubbliche, che hanno sottolineato l’importanza della libertà di stampa.
  3. Pubblicità del caso
    Rendendo pubblico il rischio di persecuzione politica e di torture negli Stati Uniti, ha ottenuto attenzione mediatica, rendendo più difficile per i governi agire nell’ombra contro di lui.
  4. Battaglie legali
    I suoi avvocati hanno continuamente presentato ricorsi per contrastare le accuse di estradizione e ritardare i procedimenti.
  5. Appello all’umanità
    Nel 2023, alcune organizzazioni internazionali hanno fatto pressione sugli Stati Uniti e il Regno Unito, chiedendo il rilascio di Assange per motivi umanitari, citando il suo stato di salute precario.

Julian Assange rimane una figura controversa: per alcuni è un eroe della libertà di informazione, per altri un criminale. Il suo caso continua a essere un esempio cruciale delle tensioni tra trasparenza, sicurezza nazionale e diritti individuali.