Oggi il pensiero del giorno lo assegno a me stesso. Pubblicato nel Mattino della domenica (hanno risposto anche Righinetti, Bazzi, ecc.). Mi ritrovo per così dire “in controtendenza”… ma in compagnia di Boneff! Chi l’avrebbe mai detto?
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È sin troppo facile riassumere gli argomenti pro e contro (spero di non banalizzare).
Per l’obbligo di firma. Chi si cela dietro il famigerato “nickname” può approfittarne per vomitare sul web ogni sorta di cattiverie e nefandezze, sia di carattere politico che personale.
Contro l’obbligo di firma. Ma è proprio il “nickname” che rende libero il blogger! Il quale, naturalmente, non abusa – non deve abusare – della sua grande e preziosa libertà. Potrà esprimersi in modo fantasioso, frizzante e bizzarro, al limite provocatorio, ma sa controllarsi e non travalica il segno.
Da che parte pende la bilancia? Io esito, non è facile, ma alla fine propendo per la facoltà di conservare l’anonimato. Anche perché chiunque sa che questo anonimato NON è assoluto. Se c’è querela per ingiuria, diffamazione o calunnia, il procuratore può esigere la rivelazione del nome del blogger. Se si finisce sotto i fulmini del 261 bis (discriminazione razziale) idem come sopra.
Dobbiamo proprio rinunciare a Caligola, Bike, Jack the Ripper, Messalina, Abate Faria, Tiger? Non sarebbe un vero peccato?