L’avvocato Stelio Pesciallo è vice presidente, con il dr. Alberto Siccardi, di Area Liberale. Articolo già pubblicato nel CdT e riproposto con il consenso dell’Autore.

staenderatssaal-03-g yLa decisione del Consiglio federale di alcuni giorni fa di sospendere la procedura di modifica del diritto penale fiscale (che tra l’altro avrebbe portato a cancellare sostanzialmente la differenziazione tra sottrazione e frode fiscale) permette di interporre una pausa all’attivismo legislativo portato in avanti a livello federale sopratutto da parte del Dipartimento federale delle finanze.

Il Parlamento è stato in effetti confrontato nello spazio di pochi anni a progetti di legge e a accordi bilaterali e multilaterali che hanno sostanzialmente mutato il quadro legislativo che governava il settore finanziario. A partire dal 2009 si è iniziato con decisione del Consiglio federale ad introdurre negli accordi bilaterali sulla doppia imposizione la facoltà da parte dell’autorità fiscale dello Stato estero di chiedere e ottenere l’assistenza della svizzera non solo nei casi palesi di sottrazione fiscale, ma già al fine di attuare l’accertamento fiscale. E si è proseguito nello spazio di qualche anno ad aderire alla volontà degli Stati europei di ottenere entro il 2017 lo scambio automatico di informazioni sugli averi del contribuente estero.

Stelio xNel contempo anche su altri punti la legislazione sull’assistenza in campo fiscale è stata radicalmente modificata introducendo ad esempio la facoltà per lo Stato estero di chiedere l’assistenza con le cosiddette domande raggruppate, che permettono di ottenere informazioni sui dati finanziari di un numero imprecisato di suoi contribuenti, e con la proposta ora oggetto di consultazione di permettere di fornire assistenza allo Stato estero anche qualora i dati su cui basa la sua richiesta siano stati illecitamente ottenuti in quanto rubati. E nel dicembre dell’anno scorso le Camere federali hanno approvato senza sostanziali modifiche la legislazione che attua le cosiddette raccomandazioni del GAFI (organismo dell’OCSE preposto alla lotta al riciclaggio e al terrorismo) tra le quali spiccano le limitazioni ai pagamenti in contanti al di sopra di centomila franchi e sopratutto l’introduzione della punibilità per riciclaggio qualora il reato a monte sia una frode e le imposte sottratte siano superiori a trecentomila franchi, normativa questa la cui attuazione creerà non pochi problemi agli intermediari finanziari. È dei giorni scorsi l’ultimo prodotto del dipartimento delle finanze: i progetti di legge sui servizi finanziari e sugli istituti finanziari che intendono sancire l’assoggettamento di tutti gli intermediari finanziari al controllo di una autorità di sorveglianza e l’obbligo di adottare normative molto più severe nei rapporti con i clienti.

Questa produzione legislativa, ma più corretto sarebbe definirla frenesia, è stata per certi versi criticata anche da una commissione di esperti nominata dallo stesso Consiglio federale, che ha rassegnato il suo rapporto nel 2014. Queste nuove normative sono state gran parte imposte da organismi internazionali e Stati esteri per venire incontro ai loro standard giuridici e interessi economici senza che da parte svizzera siano state avanzate sostanziali riserve o siano state chieste contropartite a favore della nostra piazza finanziaria, segnatamente la facoltà di operare liberamente nei mercati finanziari esteri. Il nostro Parlamento da parte sua ha sempre sostanzialmente avallato le proposte legislative e in questo ambito il Consiglio degli Stati si è sempre distinto per la sua propensione a seguire acriticamente le proposte governative. La decisione del Governo a soprassedere alla modifica del diritto penale fiscale, che avrebbe avuto riflessi evidenti sopratutto all’interno della Svizzera, è stata con tutta probabilità favorita dall’esito delle recenti elezioni nazionali.Questo sopratutto per quanto concerne i risultati del Consiglio nazionale.

Nel Consiglio degli Stati i rapporti di forza non si sono però sostanzialmente modificati. Con il ballottaggio per i due posti agli Stati riservati al Cantone Ticino si apre ora la possibilità di favorire un cambiamento anche in questo consesso dando la preferenza a una persona pronta ad impegnarsi per porre un freno alle derive legislative e ai cedimenti di questi ultimi anni. Il candidato che meglio rappresenta secondo noi la volontà di cambiamento uscita dalle urne in ottobre è Battista Ghiggia.

Spirito indipendente dalle logiche partitiche, dalle idee nette e chiare e poco incline ai compromessi contrari agli interessi nazionali e con un solido bagaglio di esperienza umana e professionale, segnatamente nel campo giuridico, siamo convinti possa rappresentare efficacemente le istanze ticinesi e confederate a Berna. Non è una novità che il settore che più è a rischio nei rapporti tra Stato e cittadini è quello della protezione della sfera privata, nel quale va annoverato anche il segreto bancario del cliente svizzero. Ulteriori cedimenti in questo campo vanno evitati ed é quindi di vitale importanza potere contare anche nella Camera dei Cantoni su rappresentanti che meglio sappiano tutelare le istanze di libertà nel nostro paese e di indipendenza nei confronti dell’estero , segnatamente dell’Unione europea.

Stelio Pesciallo