Savoia 123 bRoic attacca lo “slalomista” Savoia

Di ciò che possa essere successo giovedì sera all’Hotel Ceresio non so nulla. I giornalisti (non lo sono ma insistono per contarmi come tale) non erano ammessi e spie a servizio non ne ho. Mi limito a riprendere, in parte, ciò che Sergio 1 stesso (qui i Sergi sono due) scrive nel suo blog.

Giovedì sera c’è stata la prima riunione del gruppo di supporto per campagna “Savoia/Verdi 2015” (mi sono appena inventato questa denominazione). Una sessantina di persone si sono trovate ieri all’Hotel Ceresio a Lugano, la Casa del Popolo. Un nome ben augurante. Abbiamo passato insieme due ore e mezza in cui ci siamo parlati e ho potuto ascoltare le preoccupazioni di molti cittadini, diversi per età, estrazione sociale, professione. I temi che sono emersi sono in fondo poco sorprendenti: il lavoro, la disoccupazione, i salari. Ma anche la paura per il degrado della nostra scuola elementare e media, mentre investiamo milioni nelle super-facoltà. O la preoccupazione per il territorio.Oltre a ciò si è discusso di come costruire una campagna che faccia venir voglia di votare a chi da tempo non partecipa più; di avere di nuovo fiducia. La gente è stufa della solita politica, sfiduciata, pensa che cambiare sia ormai impossibile, che tanto “quelli fanno quel che gli pare comunque”.

Ora do spazio all’attacco di Sergio 2 (il primo è più importante perché è Coordinatore e deputato, Roic per il momento non ha cariche).

Roic 123 bÈ nato il Partito del 9 febbraio? Che i Verdi ce lo dicano!

In una recente trasmissione televisiva, il conducator dei Verdi ticinesi Sergio Savoia ha pronunciato una sentenza davvero interessante: in Ticino, e soprattutto a livello di governo, quello prossimo futuro, la differenza fra le forze presenti sarà definita dalla posizione sul voto del 9 febbraio. Alla gentile domanda del conduttore della trasmissione sul perché l’elettorato ticinese dovrebbe votare i Verdi ticinesi quando il loro punto principale del programma sembra essere una posizione che approva i contenuti della votazione del 9 febbraio (e quindi il contingentamento della manodopera straniera et cetera) in presenza di forze politiche (di destra) che si sono da tempo ben definite sulle posizioni votate il 9 febbraio, Savoia non ha saputo rispondere, ha “passato” producendosi in un mugugno qualsiasi.

Questa risposta/non risposta e quella trasmissione tv (che ha avuto per effetto l’abbandono, a freddo, di una trasmissione susseguente da parte del marpionesco Savoia) sono emblematici del percorso (lo slalom) politico di Sergio Savoia.

Savoia è un abile comunicatore e politico? Mica tanto. Le sue contraddizioni (ben evidenziate anche dalle sue prese di posizione che potete trovare su questo stesso sito) sono ondivaghe anzichenò: si definisce al di là del bene e del male a livello ideologico (Sinistra e Destra non esistono più per lui) per poi rivendicare posizioni sue come quelle veramente di sinistra; corteggia un elettorato “qualsiasi” definendosi populista (nella recente intervista alla RTS) facendo intendere chiaramente che a lui una posizione politica precisa e definita interessa ben poco, lui preferisce “ascoltare” il popolo; si inventa un pateracchio di nuovo partito verde che si concentra su una votazione più che altro simbolica e pasticciata (molti i temi presenti, e proposti “tutti quanti assieme”) e che procura non pochi grattacapi alla Svizzera, quella appunto del 9 febbraio; imbarca nei “Verdi del 9 febbraio” un alleato come il dott. Denti, grande raddoppista in tema di Gottardo e, ora, improvvisamente fulminato sulla via di Damasco da Savoia che in quattro e quattr’otto gli avrebbe fatto cambiare idea.

Gli è che nel contesto politico-mediatico attuale (per chi non lo abbia già fatto: guardate la bella serie tv “Borgen”, lì tutto l’intreccio tra politica e media diventa chiaro ed evidente) un personaggio istrionesco come Savoia – un Nano in miniatura, meno aggressivo ma più borioso – può permettersi contraddizioni di ogni genere condite dai toni melliflui di un ex presentatore radiofonico. Basta poter apparire, vero Savoia, e lisciare “il popolo”?!

C’è da chiedersi, tuttavia, se il popolo dei Verdi, quelli a cui interessa veramente un cambio di tendenza in ambito ambientale, di protezione della natura e dei fondamenti della vita, sia disposto a seguire all’infinito il proprio (per quanto ancora?) conducator, veloce slalomista sulla via del 9 febbraio. A differenza di Savoia, c’è un candidato al Consiglio di Stato che si impegna davvero e molto su temi verdi e ambientali, si tratta di Ivo Durisch, ma lui fa parte del PS.

Insomma, prima che sia troppo tardi – per lui, per loro, per la politica ticinese, per la razionalità in politica, per un minimo di coerenza – Savoia e i Verdi ticinesi ci dicano: è davvero nato il Partito del 9 febbraio?

Sergio Roic