Amo Lugano, la mia Città, e sostengo con entusiasmo il progetto di riqualifica della foce. Senza entrare in considerazioni favorevoli allo stesso, visto è già stato scritto molto sul tema, desidero sottolineare un aspetto importante che questo progetto porta con sé.

Da bambina, circa vent’anni fa, il Parco Ciani mi appariva più come il luogo dei divieti che come Parco dove si andava per un contatto diretto con la natura. Ricordo che era proibito camminare su quelli che venivano definiti tappeti verdi e addirittura si veniva ripresi da un usciere addetto se si osava passare da una stradina all’altra attraverso il manto verde. Era inoltre assolutamente proibito circolare in bicicletta.
Negli ultimi anni la Città di Lugano ha sostanzialmente mutato questo vecchio modo di concepire gli spazi pubblici: se oggi andiamo al Parco Ciani durante la bella stagione vediamo studenti che fanno le loro pause distesi o seduti sui prati, in un angolo del Parco vi è pure la possibilità di noleggiare sedie a sdraio per rilassarsi sotto le maestose piante. Molte persone approfittano della presenza del lago durante la stagione calda per bagnarsi i piedi sulla spiaggetta del lato destro della foce. Oggi il Parco può inoltre essere attraversato in bicicletta con il dovuto rispetto dei pedoni.

Il Municipio Lugano va quindi nella giusta direzione: aprire gli spazi verdi alla popolazione, far si che essi rappresentino reali aree di svago e possano essere utilizzati appieno da giovani e meno giovani. È questo il concetto che adottano molte Città svizzere dove i parchi pubblici sono volentieri utilizzati dalla popolazione come aree di aggregazione e ricreazione, pensiamo solamente alle zone a lago di Losanna o ai parchi cittadini lungo la Limmat di Zurigo.
Il progetto di riqualifica della foce rappresenta il coronamento della nuova tendenza: aumentare le possibilità di svago in Città in un ambiente il più possibile naturale e permettere alla popolazione di riallacciare quel contatto con il lago, contatto che forse porterà in futuro anche il permesso di balneazione, che purtroppo a causa di errori passati (privatizzazione di gran parte delle rive) è possibile solamente in pochi punti del nostro lago.

Rifiutare il progetto di riqualifica della foce del Cassarate significherebbe interrompere il processo di liberalizzazione delle aree verdi della Città intrapreso con coraggio dal nostro Municipio. Abbattiamo quindi con decisione il muro in cui è infossato il fiume Cassarate ed apriamoci ad una nuova concezione del verde pubblico!

Laura Tarchini
Consigliera comunale PPD Lugano