Il dottor Alberto Siccardi, noto imprenditore e vicepresidente del nuovo partito AreaLiberale, se l’è presa – a nostro avviso giustamente – con il Corriere del Ticino. Ma anche la direzione del Corriere ha le sue ragioni, mancherebbe. “È una questione puramente commerciale, risponde. Chi paga ha il diritto di farsi pubblicità”.


Lettera del dott. Siccardi
Quella pubblicità in prima pagina

■ Il CdT del 6 giugno portava in prima pagina un autocollante in bianco e rosso esortando i ticinesi a votare contro l’iniziativa che vuole dare al Popolo la possibilità di votare automaticamente tutti i trattati internazionali, facendo valere così la doppia maggioranza, anche quella dei Cantoni. Fra l’altro dobbiamo l’accordo di Schengen alla legge attuale, che l’iniziativa vuole appunto correggere. Non a caso ho scritto che era il CdT a esortare, e non l’autoadesivo, perché tale era l’impressione che il lettore ne traeva, vista l’inusuale forma del messaggio che, senza firma, era percepito come inviato dal giornale stesso. Messaggio che, tra l’altro, ripeteva una inesattezza, usata di frequente in queste settimane, secondo cui tale iniziativa nuocerebbe alla Svizzera. Nulla di pù falso. Indefinito e non motivato come tanti altri contrari a questa iniziativa popolare, assumeva una grande importanza visiva, è stato come uno schiaffo in faccia, un modo sleale e prepotente di imporsi subdolamente all’attenzione di chi è abituato ad articoli e opinioni espressi con ordine e raziocinio. Difficile da staccare dalla pagina, la prima pagina, che si legge anche passando davanti alle edicole senza comprare il giornale, un manifesto in rosso e bianco quindi. Non è etico, e spero che molti, anche nella redazione, si siano resi conto di aver steccato. Perché, se cosí non fosse, basta saperlo. Quando un abbonato volesse farsi largo a colpi di autoadesivi in prima pagina, bene, compreremo una serie di patacche incollate, che cambierebbero molto l’immagine che da anni abbiamo del nostro quotidiano. Una bella immagine.

Alberto Siccardi, Sonvico



La risposta del «Corriere»

Da alcuni anni oramai il Corriere del Ticino, come del resto tutti i maggiori giornali svizzeri, accetta pubblicità di contenuto politico. Si tratta, a tutti gli effetti, di annunci pubblicitari, accolti in base al principio della libertà di commercio che vige in quest’ambito e che non coinvolgono la posizione della testata. Così è stato per la pubblicità che ha disturbato il nostro interlocutore. Comprendiamo le sue perplessità ma dobbiamo osservare che questa possibilità è aperta, in egual misura, allo schieramento opposto. Decidano dunque i favorevoli all’iniziativa se avvalersene o meno. Quanto all’autocollante (tecnicamente: post-it) si tratta di una modalità pubblicitaria oramai diffusa fra i quotidiani, in Svizzera e all’estero. Nel caso in questione si è verificato un problema di incollatura, per cui il post-it risultava difficile da staccare. Ce ne scusiamo con i nostri lettori e faremo in modo che questo fastidioso inconveniente non si ripeta.

la Direzione