RomanoAbbiamo da pochi giorni chiuso l’intensa discussione sulla cassa malati unica e pubblica. Il risultato popolare è stato tanto chiaro contro questo sistema monopolistico quanto utile a spingere il Parlamento a realizzare la revisione della Legge sulla sorveglianza. Alle porte vi è tuttavia già una nuova campagna su di un oggetto fortemente ideologico e politico. Giunge infatti al voto, il 30 novembre prossimo, la proposta di eliminare l’imposizione forfettaria basata sul dispendio, in altre parole sul tenore di vita, concessa dai Cantoni a facoltosi stranieri residenti in Svizzera. Una forma di imposizione speciale – tassazione globale – in vigore in alcuni Cantoni, tra i quali il Ticino, che frutta alle casse dello Stato cifre considerevoli.

La votazione non concerne tuttavia, come vogliono farci credere i promotori, esclusivamente alcuni ricchi stranieri, i cosiddetti globalisti. La proposta di abolizione dell’imposizione forfettaria tocca direttamente ogni cittadino residente nel nostro Paese. Consiglio federale e Assemblea federale invitano a respingere la proposta. E’ interessante segnalare che l’iniziativa giunge dalle medesime fila promotrici delle iniziative per una cassa unica, per un salario minimo nazionale e per una regolamentazione uno a dodici della forchetta salariale.

Per essere globalisti, tassati secondo il dispendio, occorre essere persone straniere (non svizzeri!) molto benestanti e trasferirsi in Svizzera solo per risiedere, senza svolgere attività lavorativa. Quest’ultima è una condizione assolutamente necessaria. Si tratta di persone molto abbienti, non più giovanissime, che scelgono la Svizzera per la qualità di vita e i servizi. Considerata l’assenza di attività lavorativa, vengono tassati in maniera globale in base al proprio tenore di vita. Nello specifico si tratta di circa 5‘500 persone che generano un grande indotto in tutta la Svizzera. Portano entrate fiscali per un miliardo di franchi, consumano, spendono e investono garantendo migliaia di posti di lavoro, e donano annualmente 470 milioni per progetti sociali e culturali. Il Ticino ne trae grosso beneficio contando oltre 170 globalisti.

L’accettazione di questa iniziativa sarebbe un clamoroso autogol. A pagarne le spese sarebbero i cittadini e le imprese che si vedrebbero aumentare l’imposizione fiscale per colmare il buco. Infatti, senza l’imposizione globale, certamente privilegiata ma comunque utile a generare importanti risorse fiscali a favore di tutto il Paese, queste persone tenderebbero a lasciare la Svizzera muovendosi verso altri lidi nei quali sono offerte possibilità simili. Siamo un Paese magnifico, ma non l’unico luogo vivibile al mondo.

Le conseguenze di eventuali partenze di globalisti sono evidenti: meno entrate fiscali, meno risorse per lo Stato (a favore di tutti!) e meno spese nel territorio. Per colmare il buco Comuni, Cantoni e Confederazione dovranno chiedere maggiori imposte a cittadini residenti e piccole-medie imprese. Gli effetti negativi maggiori si vivranno soprattutto nei Cantoni periferici e di montagna, dove risiede il maggior numero di globalisti. Penso a Vallese, Grigioni, Vaud, Berna e, come detto, Ticino. Cantoni già oggi in difficoltà finanziaria. Perché privarli di importanti entrate fiscali da parte di persone che generano solo consumi?

L’iniziativa tocca inoltre un principio chiave del nostro Stato federalista: l’autonomia fiscale dei Cantoni. I promotori la dimenticano totalmente. La fiscalità è competenza cantonale e a quel livello occorre decidere se mantenere o meno la tassazione globale. Su 26 Cantoni negli ultimi anni 5 hanno deciso di eliminarla. Scelta legittima, ma sancita a livello locale. Quest’iniziativa vuole cancellare tutto partendo dall’alto. Un approccio ideologico e fondamentalista.

Guardando al 30 novembre, vi invito quindi a votare NO all’iniziativa popolare “Basta ai privilegi fiscali dei milionari”. Solito titolo accattivante, ma un autogol per l’intera popolazione residente.

Marco Romano, consigliere nazionale PPD