La data fatale (30 novembre) si avvicina a grandi passi. Abbiamo due possibilità:
— seguire il consiglio di Marco Romano, oppure
— votare come Lurati, Carobbio (figlia e padre) e… MARGRET KIENER NELLEN !

Decidiamo.

NOTA. Per un disguido tecnico (e solo per pochi minuti) è apparsa una (bella) fotografia di Iara de Carvalho, responsabile della comunicazione del PLR, senza relazione con il pezzo del consigliere nazionale PPD. Ci scusiamo con l’interessata.

 

Vietare l’imposizione forfettaria in tutta la Svizzera (anche detta “globale”) accettando l’iniziativa popolare “basta ai privilegi fiscali dei milionari (abolizione dell’imposizione forfettaria)” sarebbe svantaggioso per tutto il Paese. Non si perderebbero solo significative entrate fiscali (oltre 1 miliardo), ma anche un indotto complessivo miliardario di cui beneficiano, direttamente e indirettamente, tutti. I “maledetti” (a detta della sinistra) globalisti colpiti da questa iniziativa sono persone che nel nostro Paese investono, spendono e acquistano: in case, servizi, assicurazioni, beni di consumo, tempo libero, cultura, formazione, ecc. Un vivere quotidiano dispendioso a beneficio di economia e commercio locali; soprattutto nei Cantoni periferici e montani. Il Ticino ne sa qualcosa essendo l’apporto fiscale dei globalisti pari a oltre il 4% del gettito totale delle persone fisiche. Mi si dirà che è poco, ma senza di loro chi colmerebbe il buco? Nuovamente ceto medio e aziende. Persone che pagano 150’000 franchi e oltre di imposte all’anno (!) hanno uno standard di vita che permette a tanti di lavorare, di guadagnare e di vivere dignitosamente. Versano inoltre importanti contributi sociali. Con l’iniziativa popolare in votazione, la Svizzera direbbe chiaramente: no, fondamentalmente, non vi vogliamo più! Una tassazione ordinaria sarebbe per queste persone – non parliamo di decine di migliaia, ma di circa 5’700 in tutta la Svizzera (oltre 850 in Ticino) – troppo complessa e disincentivante.

E’ una questione di opportunità politica e non di approccio ideologico. Non è assolutamente necessario e ragionevole abolire l’imposizione globale. Si tratta di una forma di imposizione destinata esclusivamente a ricchi stranieri, che trasferiscono la prima volta il domicilio in Svizzera, che non hanno nel nostro Paese redditi lavorativi e che presentano un reddito minimo imponibile di almeno 400’000 mila franchi. Le regole e l’autorità fiscale sono rigide. Non comprendo realmente l’accanimento verso questa forma di imposizione. E’ legittima, praticata in numerosi altri Paesi, anche i nostri vicini, ed è molto importante soprattutto nei Cantoni periferici e di montagna. Vi sarebbero comuni alpini che perderebbero fino al 30% degli introiti fiscali. Chi li colmerebbe?

Infine un appunto critico sull’approccio di questa iniziativa. La fiscalità è una competenza principalmente cantonale. La sovranità fiscale è un elemento chiave del nostro sistema federale. Negli scorsi anni, ben 18 Cantoni hanno confermato – tramite i locali parlamenti o tramite votazioni popolari – di voler mantenere l’imposizione forfettaria. 21 Cantoni su 26 prevedono oggi questa possibilità. Perché radiarla a livello nazionale con un’iniziativa radicale e controproducente? Il federalismo merita rispetto. Autonomamente, Basilea, città e campagna, cosi come Zurigo hanno abolito l’imposizione forfettaria. Numerosi globalisti sono partiti, altri pagano oggi meno imposte di prima. E’ vero il gettito fiscale non è crollato, ma in questi Cantoni vivono un gran numero di cittadini e famiglie svizzere molto facoltose; pagano loro. I citati Cantoni possono quindi permetterselo, e non possono essere paragonati al Ticino, ai Grigioni o ai Cantoni alpini. Con meno o senza globalisti, l’ammanco sarebbe pagato dagli altri residenti. NO a questa iniziativa popolare.

Marco Romano, consigliere nazionale PPD